Le organizzazioni sono chiamate a collaborare (a lavorare con) ovvero - secondo treccani.it - a “partecipare attivamente insieme con altri a un lavoro per lo più intellettuale, o alla realizzazione di un’impresa, di un’iniziativa, a una produzione”.
Si collabora per mettere a punto e gestire programmi di sviluppo locale, si collabora per rigenerare e riempire di contenuti spazi sociali, culturali, educativi, si collabora per coinvolgere le persone, si collabora per delineare interventi cross-settoriali sia sotto il profilo tematico sia sotto il profilo degli attori coinvolti.
In questo breve post metto a fuoco cinque parole chiave, cinque ingredienti utili per dare vita a collaborazioni produttive. Le parole sono: dialogo, progetto, processo, apertura, infrastrutture.
Dialogo
Il primo ingrediente, quasi una precondizione, per costruire collaborazioni fruttuose è il dialogo. Dal momento che per lavorare insieme occorre riconoscersi come intelocutori, è importante abilitare i diversi attori al confronto e alla conversazione, organizzando occasioni concrete di incontro.
> Come si costruiscono occasioni di dialogo?
- invitandosi reciprocamente;
- favorendo il più possibile tutti gli interlocutori a partecipare;
- curando gli spazi e la loro disposizione;
- mettendosi in ascolto;
- creando occasioni di dialogo plurisettoriale, interistituzionale, cooperativo, di dialogo integrato tra settori tematici, tra livelli, tra organizzazioni.
Progetto
Un secondo ingrediente decisivo sul quale impostare una collaborazione è un progetto da realizzare insieme, uno scopo concreto di azione collettiva. Per lavorare con altri occorre dotarsi di un oggetto di lavoro.
> Perché è importante che le persone e le organizzazioni collaborino intorno a un oggetto concreto di lavoro, ovvero a un progetto?
Un secondo ingrediente decisivo sul quale impostare una collaborazione è un progetto da realizzare insieme, uno scopo concreto di azione collettiva. Per lavorare con altri occorre dotarsi di un oggetto di lavoro.
> Perché è importante che le persone e le organizzazioni collaborino intorno a un oggetto concreto di lavoro, ovvero a un progetto?
- perché l’azione del progettare prevede certamente la focalizzazione di problemi ma anche e soprattutto la ricerca di soluzioni comuni, che nascono dal confronto creativo;
- perché lavorare insieme a un progetto aiuta a rendersi conto dei nodi da sciogliere e delle risorse disponbili;
- perché il progetto non è solo ideazione ma è anche azione, ovvero spazio concreto dell’attività collaborativa, luogo entro il quale si misuarano i progressivi, i concreti passi avanti.
Processo
Il terzo ingrediante su cui basare una collaborazione virtuosa è il processo. Lavorare con altri non è semplice: occorrono allenamento, affiatamento, costruzione di fiducia reciproca. Occorre accompagnare e curare il processo di collaborazione.
> Con quali accorgimenti un processo di collaborazione può essere facilitato?
- condividendo un programma e un calendario;
- alternando le sedi di incontro e invitandosi reciprocamente;
- alternando momenti di lavoro in sotto-gruppi tematici a momenti di condivisione in plenaria;
- dando la possibilità di partecipare a distanza;
- comunicando e promuovendo le tappe del programma prima, durante e dopo;
- documentando progressivamente il processo e rendendo disponibili canovacci in progess.
Apertura
Il quarto ingrediente per sviluppare collaborazioni non autoreferenziali è l’apertura ad altri settori, ad altri territori, ad altri mondi. Aprirsi consente di conoscere esperienze positive di altri e di far conoscere le proprie.
> Come aprirsi al confronto con altre esperienze?
- partecipando attivamente a eventi regionali e nazionali tematici, e organizzarne;
- documentando la propria azione e pubblicandola su riviste e siti di settore per portarla al confronto sovralocale;
- promuovendo comunità di pratica e partecipando a comunità esistenti;
- organizzando e partecipando a momenti formativi.
Infrastrutture
Un quinto ingrediente per collaborare con profitto è usare le infrastrutture sociali, culturali, ambientali e digitali come luoghi di incontro e di lavoro. Darsi appuntamento fuori dalle sedi convenzionali e utilizzare gli ambienti nei quali le persone svolgono attività, apprendono, lavorano, giocano, passano il loro tempo libero è un buon modo per dare concretezza ai nostri progetti collaborativi.
> Perchè collaborare usando luoghi non convenzionali, dunque?
- per far incontrare e dialogare mondi e interessi diversi;
- perché gli incontri collaborativi possono diventare occasione per esplorare il territorio e valorizzare i suoi spazi;
- perché i luoghi si animano di presenze insolite;
- per il gusto di ospitare e di farsi ospitare;
- per mettersi in dialogo con nuove realtà;
- per aprire al coinvolgimento.