"Di questo ritorno del locale si vedono tanti segni [...]: il fiorire di tante associazioni che si occupano di migliorare il quartiere, recuperare spazi verdi o edifici dismessi, attivare nuovi servizi culturali e sociali, organizzare le attività sportive [...]. È controverso questo ritorno al quartiere [...], poiché le nuove relazioni [...], rispetto ai vecchi legami comunitari, sono più lasche e mutevoli, non poggiano solo su condizioni materiali ma sono alimentate dagli immaginari, non scaturiscono dall'isolamento [...] ma dall'apertura al mondo. [...] È la comunicazione social a riaprire la possibilità del sociale nel territorio. I cittadini scoprono il proprio quartiere su internet, attingendo notizie e curiosità, si organizzano [...], si aggregano per comuni interessi culturali ecc. Era sbagliata l'accusa di smaterializzazione rivolta alla rete, anzi la dimensione virtuale contribuisce a riscoprire i territori. Mai come oggi la città è stata irrorata da un flusso imponente di informazioni locali, come si vede dal fiorire di giornali, di blog, di chat, di foto e di video".
Walter Tocci parla di Roma, ma quanto sono utili queste righe per i Laboratori Sociali di Fare #BeneComune!
Il testo è tratto dalla postfazione di Le mappe della disuguaglianza (Donzelli editore, 2019), il volume di Keti Lelo, Salvatore Monni, Federico Tomassi, che documenta Mapparoma.