Nell’ambito del ciclo di incontri Territori futuri - organizzato da
Fondazione per lo Sviluppo dell'Oltrepo Pavese grazie al progetto Oltrepò
BioDiverso cofinanziato da Fondazione Cariplo - si è svolto sabato 14 dicembre
a Golferenzo (Pavia) il seminario Metropoli e Oltre(po).
Sessanta tra esperti di sviluppo locale,
policy maker, docenti, ricercatori, amministratori, imprenditori, finanziatori
e abitanti si sono interrogati e confrontati sui rapporti tra Milano “città-stato”
e la grande regione milanese (in particolare le aree interne dell’Oltrepò);
hanno evidenziato le evoluzioni delle relazioni metro-montane di fronte alle
sfide dei cambiamenti demografici, economici-finanziari e climatico-ambientali;
hanno prefigurato le politiche pubbliche da introdurre e sviluppare per
contrastare le disuguaglianze territoriali.
Claudio
Scabini, sindaco del piccolo borgo oltrepadano, ha
accolto i partecipanti nella splendida cornice del vecchio Palazzo
Belcredi-Belloni, recentemente ristrutturato e oggi sede del community hub di
Golferenzo, un “luogo che vuole diventare centro di incontro, di riflessione e
di promozione di tutto il territorio circostante”. Erano con lui Riccardo Fiamberti, presidente della
Fondazione per lo Sviluppo dell'Oltrepo Pavese, che ha focalizzato il lavoro
svolto da Oltrepò (Bio)diverso per “mettere in luce l’eccezionale biodiverstià
dell’Oltrepò Pavese”; Giovanni Palli,
presidente della Comunità Montana Oltrepò Pavese, che ha sottolineato
l’importanza della sinergia e della coesione tra tutti gli attori dello
sviluppo locale; Elena Jachia,
direttore area ambiente di Fondazione Cariplo, che ha evidenziato l’importanza
di investire oltre che sulle infrastrutture materiali anche sulle
“infrastrutture leggere, le reti tra le persone e le organizzazioni”.
Filippo
Barbera (Università di Torino e Collegio Carlo
Alberto) ha introdotto, moderato e curato la densa mattinata.
Prima
Parte | Milano tra “città stato” e territori interni
Gabriele
Pasqui (Politecnico di Milano) ha sottolineato come le
dinamiche di Milano e del territorio lombardo siano sempre state intrecciate (G. Consonni; G. Tonon), che oggi
assistiamo a una inversione di rotta (The Guardian) e che è importante
invece costruire una nuova relazione puntando su quelli che Arturo Lanzani
chiama i “protagonistidella risalita”. Secondo Pasqui Milano oggi è tante
realtà diverse: il piccolo centro che attrae la metà degli investimenti
immobiliari esteri in Italia; la periferia; la grande regione urbana che
comprende Piacenza, Novara, Lugano e il territorio compreso tra queste città;
l’ampia area geografica che lo connette a Torino e Venezia; e poi c’è Milano
nella rete mondiale. Tante Milano slegate, che occorre connettere, come è
avvenuto in passato. Secondo Pasqui sono quattro gli ingredienti da valorizzare
per ricostruire questi legami, in particolare quelli tra Milano e le sue aree
interne: le persone (favorendo cittadini e stranieri che venendo dalla città
possono ri-abitare l’appennino di Lombardia per scelta di vita e per lavoro); i
luoghi (valorizzando immobili rigenerati - come a Golferenzo - e puntando su
paesaggio, patrimonio, biodiversità); le economie (sostenendo nuove economie
turistiche, nuove filiere produttive e un grande investimento politico nella
cura del territorio); le reti (tra le persone e le organizzazioni). Come con il
progetto Oltrepò BioDiverso si sta provando a fare.
Come miscelare questi ingredienti e ottenere
dei risultati? Secondo Pasqui, coniugando innovazione e coesione; promuovendo
gli attori locali ma con risorse pubbliche e private che vengono da fuori;
alimentando le capacità imprenditoriali e di progettazione.
Paolo
Perulli, (Università del Piemonte Orientale) ha
focalizzato il processo di “urbanizzazione
planetaria” in corso: “tutto il mondo sarà urbano, nel senso che l’urbano
comanderà tutto, a meno che non interveniamo invertendo la rotta”. Milano è
oggi una grande metropoli compresa tra
Lugano, Piacenza, Novara. Genova è il porto di Milano. L’area compresa tra
Milano, Pavia e Piacenza è il distretto logistico di Milano, progettato dal
mercato, nella totale assenza di visione e pianificazione pubblica. Come
cambiare? Secondo Perulli non è sufficiente la manutenzione, ma occorre
(ri)pianificare, mettendo in campo ingenti risorse.
Seconda
parte | Clima, ambiente, energia: opportunità e sfide per le terre alte
Luca
Mercalli (Società Metereologica Italiana) ha messo al
centro con forza la questione del cambiamento climatico irreversibile in corso
(una catastrofe ambientale), dipingendo una situazione tanto allarmante quanto
sottovaluta, sia nel dibattito pubblico quotidiano, sia dai decisori. Secondo
Mercalli siamo anche prossimi a una grande crisi finanziaria e nel 2050 ci sarà
il collasso. In uno scenario
nel quale la pianura padana avrà un clima simile a quello del Pakistan (a
Milano, d’estate, si arriverà ai 55 gradi e lo scenario agricolo complessivo
della regione muterà profondamente) e la zona del delta del Po verrà sommersa
dal mare, la montagna diventerà un rifugio. Per questo occorre attrezzarsi ad
accogliere persone anche in Oltrepò (un’ora da Milano), programmando sin d’ora,
recuperando il costruito, investendo in riqualificazioni ecocompatibili,
creando le condizioni per le quali si possa telelavorare (viaggiando meno).
Terza
parte | Il progetto Oltrepò BioDiverso
In Oltrepò pavese, il progetto Oltrepò
BioDiverso, finanziato AttivAree (il programma intersettoriale di Fondazione
Cariplo che sostiene il rilancio della aree interne) sta lavorando per
costruire risposte alle sfide poste dai complessi cambiamenti in corso.
Silvia
Pilutti (Prospettive) ha tessuto i fili di una serie
di interventi che hanno delineato alcune delle piste di lavoro di Oltrepò
BioDiverso: Gabriele Sguazzini
(Consorzio Agro Silvo Pastorale Reganzo) ha presentato il lavoro realizzato con la tecnologia lidar
per la conoscenza della risorsa forestale (il bosco “è una fabbrica dismessa
che un tempo generava economie e che è da recuperare”); Alberto Vercesi (Università di Piacenza) ha prefigurato la
possibilità di impiantare vigneti a quote più elevate, complice l’innalzamento
delle temperature in corso; Mauro
Mariotti (Università di Genova) ha evidenziato come il paesaggio e la
natura siano un patrimonio da valorizzare per promuovere il turismo sostenibile
(anche installando hot spot ecoturistici come prati
fioriti, abbeveratoi per la biodiversità e display garden); Massimiliano Vavassori ha presentato la
Guida Vacanza pubblicata dal Touring Club Italiano
pochi mesi fa e dedicata proprio all’appennino di Lombardia.
Quarta
parte | Centri urbani e territori, alleati o subordinati? Strategie e programmi
per un cammino condiviso
E quindi, che fare? Matteo Bianchi (parlamentare, impegnato in Anci) ha evidenziato
l’importanza di leggere le aree interne come un unico territorio che attraversa
la penisola da nord a sud e ha proposto di offrire a questo vasto territorio
politiche fiscali ad hoc, connessione idonea e un’agenda europea dedicata. Marco Bussone (Uncem) ha invitato
Regioni e Comuni a “mettere a terra le opportunità introdotte negli anni più
recenti dal legislatore nazionale” (testo unico forestale, legge sui piccoli
comuni…) e ha prefigurato, nella nuova programmazione 2021 - 2027,
l’introduzione di un PON per la montagna. Elena
Jachia (Fondazione Cariplo) ha evidenziato il carattere fortemente
sperimentale degli interventi di Fondazione Cariplo e l’importanza di investire
sul capitale umano (“sono le persone che possono far marciare i territori”). Franco Maria Antonio D'Alfonso
(Consiglio comunale di Milano) ha sottolineato la distanza tra complessità del
presente e l’organizzazione delle istituzioni politiche: se Milano è tante
cose, la Milano amministrativa è una, con un territorio ben definito.
“È
stato un confronto proficuo e da replicare periodicamente” ha concluso Filippo Barbera, che ha lanciato l’idea
di istituire le “Giornate di Golferenzo per continuare a confrontarci su come
riattivare le aree interne”, spiazzando le élite locali e scovando gli
innovatori.