Le profonde trasformazioni che investono la società coinvolgono anche la scuola: i cambiamenti delle condizioni di vita, i nuovi stili di consumo, le inedite strutture familiari, gli approcci delle persone al sistema educativo, le prospettive dei giovani, i singolari e fluidi percorsi professionali, le nuove tecnologie digitale chiamano in causa gli istituti scolastici e la loro azione.
Nel 2016 la rivista Vita ha dedicato un numero monografico a La scuola che verrà, definendo le scuole cantieri aperti che costruiscono esperienze di alternanza scuola-lavoro, laboratori territoriali per l’occupabilità, piani per l’innovazione digitale, aperture prolungate ed estive, programmi per contrastare la dispersione scolastica, riflessioni sull’architettura degli spazi. Anche grazie al sostegno di bandi di finanziamento come quelli promossi dall’impresa sociale Con i Bambini, le scuole diventano laboratori di sperimentazione per la costruzione di presìdi educativi che coinvolgono famiglie, organizzazioni sociali, attori pubblici e privati, costruendo in rete comunità educanti articolate.
Il ruolo delle reti e della loro capacità di contrastare la povertà economica, sociale ed educativa è stato oggetto di analisi nel Rapporto annuale 2018 – La situazione del Paese di Istat: secondo l’Istituto, laddove le relazioni sociali ed economiche tra imprese e imprenditori, tra professionisti e lavoratori, tra familiari e amici, tra organizzazioni della cultura e della conoscenza sono più salde, i territori e le comunità reagiscono con maggior resilienza alla lunga e complessa uscita dalla crisi. In questo senso, sempre secondo Istat, il ruolo delle scuole è centrale: gli istituti hanno assunto nel corso degli ultimi anni un ruolo di crescente rilievo nelle comunità locali sia organizzando autonomamente iniziative educative (didattiche, sportive, culturali…), sia operando in rete con altre scuole o con soggetti esterni (università, enti locali, associazioni…) per sviluppare progetti più articolati.
In effetti le scuole sono una delle infrastrutture importanti del paese, una delle sue ricchezze: sono diffuse capillarmente su tutto il territorio, sono presenti in città, nei paesi e nelle aree interne, sono aperte a tutti i giovani e alle loro famiglie, sono particolarmente attente all’inclusione delle comunità straniere e degli alunni con disabilità e, in molti casi, si stanno progressivamente aprendo alla collaborazione con il territorio.
Anche grazie a iniziative di fundraising e a finanziamenti privati, a progetti speciali, alle nuove tecnologie, alla didattica innovativa e alle esperienze di cittadinanza attiva, le scuole stanno diventando luoghi di aggregazione sociale, fruibili oltre i tempi classici della didattica: il pomeriggio, il sabato, nei tempi di vacanza; sono spazi dove si organizzano e si potranno sviluppare – in collaborazione con famiglie, associazioni, organizzazioni del terzo settore e altri attori disponibili – attività educative, sociali, ricreative e culturali.
In questo modo le scuole evolvono nella direzione di beni comuni così come li ha definiti Carlo Donolo: beni che consentono lo svolgersi della vita sociale, che promuovono la soluzione di problemi collettivi e che sono accessibili a tutti.
In queste settimane sta prendendo il via a Milano il progetto Scuole Aperte 2.0, che ha l’obiettivo di favorire l’apertura delle strutture scolastiche – in particolare delle scuole secondarie di primo grado – al di fuori del normale orario di lezione, affinché le scuole diventino luogo di inclusione, di superamento delle discriminazioni e di occasioni di ampliamento dell’offerta formativa: presìdi culturali e di socialità.
In partenariato con enti locali, imprese, organizzazioni sociali e culturali, singoli istituti o reti di scuole, è possibile realizzare progetti “aperti”, utili contemporaneamente ai propri alunni e all’intera comunità: spazi museali evoluti, archivi digitali, biblioteche diffuse (per esempio valorizzando il patrimonio documentale e bibliografico di cui molti plessi scolastici dispongono); spazi comuni di studio e di lavoro (realizzando coworking aperti sia a studenti sia a professionisti); fablab e laboratori digitali; ristoranti didattici con attività ristorativa aperta al pubblico; luoghi per lo sport indoor e outdoor (fruibili dagli alunni in orario scolastico e da tutti in qualsiasi altro orario e giorno della settimana); adozione di spazi cittadini abbandonati e/o sotto-utilizzati per la realizzazione di programmi didattici con ricadute sulla collettività (orti urbani, giardini, aiuole, piccoli beni immobili); organizzazioni di eventi simbolici e temporanei (mostre, installazioni urbane, eventi in occasione di ricorrenze).
Naturalmente occorre procedere progressivamente, rispettando i contesti locali: progettare e innovare deve continuare a essere un piacere e non un’imposizione. Certamente i progetti hanno bisogno di leader, di trascinatori, di facilitatori, ma hanno anche bisogno di consenso e di radicamento: è importante rompere il ghiaccio iniziando a realizzare progetti semplici, progetti apripista, puntando a risultati intermedi e a traguardi raggiungibili. Collezionare una serie di iniziative piccole ma di successo, oltre che a “fare squadra” e a consolidare esperienze e competenze, è anche utile a far crescere la reputazione della scuola nei confronti di altre scuole, di possibili partner e finanziatori, delle stesse famiglie, creando le condizioni per realizzare progettazioni più ambiziose e strategiche.
Catalogo
Il seguente catalogo di idee per la scuola bene comune della comunità locale è il risultato di un primo confronto con i docenti di 11 Istituti comprensivi di Pavia e provincia coinvolti nel progetto Scuole al Centro, promosso dal Centro Servizi Formazione e finanziato dall’impresa sociale Con i Bambini. Nel triennio 2019-2021, la comunità educante prenderà in carico un bene scolastico e ne curerà la rigenerazione, la gestione e l’uso condivisi, sviluppando il progetto assieme agli studenti di 22 classi. Attraverso momenti di ideazione, co-progettazione, realizzazione e utilizzo, gli spazi scolastici diventano beni comuni, coinvolgendo i giovani, gli adulti e la comunità locale.
successi, insuccessi e opportunità) quali idee, aspirazioni, spazi, iniziative, progetti (concreti) per rendere la scuola bene comune del territorio (area, città, quartiere) e della comunità di riferimento?
A questo confronto con i docenti seguiranno laboratori con gli alunni delle 22 classi coinvolte nel progetto.
Di seguito il catalogo costruito con i docenti degli 11 Istituti comprensivi, costituito da 53 idee suddivise in 12 filoni:
Scuola aperta al territorio
Valorizzazione della biblioteca scolastica
Cinema a scuola
Recitazione e canto
Scuola e natura
Generazioni a confronto
(Nuovi) linguaggi
Laboratori creativi
Scuola e sport
Scuola, città, territorio
Scuola e salute
Orientamento e sostegno
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