Su cowblog, ho recentemente scritto di impresa sociale anche qui, qui e qui.
Nel frattempo, mentre Pavia Economica andava in stampa, è stato reso pubblico questo documento del governo italiano, che apre una consultazione aperta a stakeholder e cittadini in preparazione di un disegno di legge delega che riordinerà l'intero settore.
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Si è svolto il 14 marzo scorso, nell'aula Manfredini dell’Università Bocconi di Milano, il convegno “Impresa sociale: una chance per lavoro e sviluppo”, organizzato da CERGAS, da Vita e da Mache a Change, in collaborazione con Comitato i3S e Students for Humanity.
L’intensa mattinata di lavoro ha consentito di inquadrare la nuova stagione che si sta aprendo (si è già aperta, in realtà) per il rilancio e lo sviluppo dell’impresa sociale nel nostro paese ed è stata occasione per mettere a fuoco due importanti novità: il disegno di legge presentato al Senato dal sottosegretario Luigi Bobba e del senatore Stefano Lepri, per riformare la normativa sull'impresa sociale e rendere questa “forma d’impresa” più fruibile e appetibile; il fondo per l’impresa sociale da 500 milioni di euro che - ha annunciato il primo ministro Matteo Renzi il 12 marzo scorso - partirà il prossimo primo giugno e sarà destinato (le modalità operative non sono ancora note) a “creare posti di lavoro con l’impresa sociale”.
La “proposta di riforma - ha recentemente scritto Stefano Lepri su rivistaimpresasociale.it - si ispira a due principi: semplicità e omogeneità. […] La semplificazione ha come obiettivo di facilitare la creazione e gestione delle imprese sociali attraverso qualsiasi forma giuridica. L’omogeneità di vincoli e vantaggi serve invece a far sì che la forma giuridica individuata dai proponenti sia quella più coerente con il tipo di attività svolta e non vi siano diverse convenienze tra le varie forme di esercizio dell’impresa sociale. Tutto ciò con l’obiettivo di far emergere e consolidare un vero e proprio “ecosistema” di attori imprenditoriali e di strutture di supporto (finanziarie ma non solo) che, pur nella diversità, sia comunque caratterizzato dal perseguimento di finalità di interesse generale, agendo su leve settoriali e organizzative ben definite”.
L’impresa sociale è anche al centro delle politiche europee per l’occupazione e la crescita inclusiva e della strategia Europa 2020 , indirizzata a costruire un'economia “intelligente, sostenibile e solidale”; il sostegno all'imprenditoria sociale è una delle priorità d’investimento dei fondi strutturali europei per il periodo di programmazione 2014-2020, che destinano risorse significative per l’innovazione sociale.
In questo quadro, gli imprenditori sociali europei hanno recentemente sottoscritto a Strasburgo (16 e 17 gennaio 2014) una importante dichiarazione per chiedere alle istituzioni europee e agli Stati membri dell’Unione che l’imprenditoria sociale sia messa sempre più al centro di politiche per una “crescita più equa e più verde, radicata nei territori”, basata su “un modello che valorizzi la coesione sociale come autentica fonte di benessere collettivo”, attraverso lo strumento del partenariato, il sostegno finanziario, la visibilità del settore e del suo impatto, la predisposizione di un quadro giuridico adeguato, le azioni di sostegno per l’avvio e lo sviluppo d’impresa.
In questo contesto, anche le Camere di commercio italiane stanno svolgendo un’azione significativa.
Nell'estate 2013, Universitas Mercatorum (l’università telematica del sistema camerale) e Unioncamere hanno lanciato “Start-up imprenditoria sociale”, un programma nazionale che sta attualmente promuovendo, in trentotto province, lo sviluppo di circa trecento idee di nuove imprese sociali.
Il programma di assistenza prevede attività di orientamento per la messa a fuoco dell’idea di impresa, formazione e consulenza per l’elaborazione del business plan, raccordo con il sistema del credito, accompagnamento nella costituzione della società.
“Start-up imprenditoria sociale” è attivo anche nella nostra provincia: PAVIASVILUPPO, l’Azienda speciale della locale Camera di Commercio, sta attualmente accompagnando - con l’ausilio di un'équipe di esperti - il lavoro dei gruppi di aspiranti imprenditori che il 12 novembre scorso hanno superato la selezione.
Operativamente, il programma alterna sessioni di formazione a distanza (fornite da Universitas Mercatorum e condotte da esperti quali Carlo Borzaga e Flaviano Zandonai), laboratori formativi in presenza, consulenze personalizzate, messa a disposizione di materiali bibliografici.
Tra novembre e dicembre 2013 i futuri imprenditori sociali si sono concentrati sulla definizione (o sulla ridefinizione) dell’idea imprenditoriale e sull'analisi del contesto; tra gennaio e marzo 2014 il lavoro si è incentrato sulla messa a punto del piano operativo e del piano economico finanziario. Aprile è il mese dedicato a “tirare le somme” e in maggio e giugno si potrà passare alla costituzione formale dell’impresa.
Le idee spaziano dall'educazione all'assistenza, dal turismo all'agricoltura. Gli aspiranti imprenditori che le stanno sviluppando hanno tutti alle spalle piccoli o grandi gruppi di lavoro, formati da persone con competenze complementari: le sessioni del programma di assistenza sono aperte a tutti i componenti dei gruppi.
In attesa di una valutazione che potrà essere svolta solo al termine di questo primo anno di sperimentazione del programma, “Start-up imprenditoria sociale” testimonia l’impegno che il sistema delle Camere di commercio italiane sta investendo, in linea con il contesto europeo e nazionale, per favorire lo sviluppo e il potenziamento del settore dell’imprenditoria sociale. Un impegno che è stato avviato con la promozione dei Comitati per l’Imprenditoria Sociale e il Microcredito (CISeM), che le Camere di commercio locali stanno costituendo sulla base delle indicazioni nazionali (a Pavia il comitato è attivo dal luglio 2013) e che prosegue ora, su un piano più operativo, con “Start-up”.