Fondazione Cariplo ha pubblicato l'11 marzo scorso
Welfare in azione, il nuovo, atteso bando sul welfare di comunità e l'innovazione sociale.
Il bando eredita l'esperienza di
Costruire legami nelle comunità locali, che nel 2009, 2011 e 2012 ha finanziato (e sta finanziando) progetti finalizzati a costruire e accrescere coesione sociale in "comunità locali fragili".
Oltre a quella 2014, sono previste altre due edizioni del bando
Welfare in azione nel 2015 e nel 2016.
Di seguito:
1 - Welfare in azione: sintesi del testo del bando
2 - Welfare in azione: link utili
1 - Welfare in azione: sintesi del testo del bando
IL CONTESTO
Il welfare italiano fatica a rispondere in modo adeguato ai cambiamenti della società e a comprenderne i relativi bisogni, sempre più multiproblematici e complessi. La crisi economico-finanziaria non solo ha generato un impoverimento materiale di ampie fasce di popolazione ma anche ha alimentato l’indebolimento dei legami e delle relazioni nelle comunità.
A questi problemi si somma l’impatto di imponenti trasformazioni sociali e demografiche: l’invecchiamento della popolazione, il cambiamento della struttura della famiglia e il multiculturalismo.
Il nostro welfare appare sempre più inadeguato: frammentazione delle responsabilità, delle risorse e degli interventi, prevalenza di trasferimenti monetari spesso iniqui, poco selettivi ed erogati dalle amministrazioni
centrali, approccio prevalentemente assistenzialista, disallineamento di servizi e provvidenze rispetto a rischi e bisogni sociali.
Questa situazione è aggravata dai tagli delle risorse, che hanno colpito in particolare i servizi territoriali, già sottodimensionati, e hanno depotenziato la programmazione locale prevista dalla normativa, limitando fortemente la possibilità di sostenere l’innovazione e l’adeguamento del “sistema” ai vecchi e ai nuovi bisogni.
Nonostante queste oggettive difficoltà, in alcuni territori si stanno registrando spinte innovative che tentano di spostare l’asse di intervento dall'ottica risarcitoria a quella promozionale, di ampliare il raggio di azione sul disagio generalizzato della cosiddetta “normalità” a rischio e, allo stesso tempo, di investire sulla ritessitura dei legami sociali. Ma queste iniziative difficilmente diventano "mainstream", influenzando e modificando l'impianto di sistema.
GLI OBIETTIVI
Il Bando intende promuovere sperimentazioni sostenibili di welfare comunitario, che sappiano attivare risposte più efficaci, efficienti ed eque e che, al contempo, siano in grado di innescare processi partecipati che garantiscano il coinvolgimento della società e dei cittadini, rendendo maggiormente incisiva, stabile e sostenibile l’innovazione prodotta.
Fondazione Cariplo intende pertanto accompagnare e sostenere un
numero limitato di sistemi territoriali che dimostrino di voler intraprendere un percorso di riprogettazione e di adeguamento delle
risposte ai bisogni della comunità.
Tale approccio passa anche attraverso il ripensamento della spesa sociale attuale e la capacità di attrarre risorse private, mobilitando una società civile che partecipa e investe sui valori della solidarietà, della reciprocità e del bene comune.
Tre i filoni di rinnovamento previsti dal bando:
1.
innovazione di servizi, processi e modelli per rispondere ai bisogni sociali in un’ottica di co-programmazione e co-produzione di
risposte flessibili, personalizzate e multidimensionali, che superino l’appiattimento dei servizi sulle prestazioni;
2.
valorizzazione connessione delle risorse delle persone, delle famiglie e del territorio in una prospettiva comunitaria, attraverso il rafforzamento e la ritessitura dei legami e delle relazioni, anche con
iniziative generative di responsabilizzazione e di restituzione alla comunità dei benefici ottenuti;
3.
sviluppo e potenziamento di sistemi di governance territoriale aperti a nuovi soggetti anche non convenzionali e alla partecipazione dei cittadini, in modo da produrre una lettura approfondita, più integrata e condivisa dei bisogni, una ricomposizione e un miglior utilizzo delle risorse pubbliche e private e una
maggiore corrispondenza tra problemi e soluzioni.
LE LINEE GUIDA
La Fondazione indica le leve su cui gli attori locali sono chiamati a investire per
consolidare sistemi territoriali di welfare comunitario:
-
le modalità di risposta ai bisogni;
-
il sistema di governance.
Con riferimento alle
modalità di risposta ai bisogni, i progetti dovranno investire su:
• prevenzione e intercettazione precoce delle situazioni di bisogno, in un’ottica di riduzione del rischio;
• superamento delle logiche settoriali e di target;
• politiche attive volte a favorire l’autonomia e l’inclusione socio-lavorativa delle persone;
• attivazione dei beneficiari, in un’ottica di promozione e responsabilizzazione della persona e di restituzione alla collettività di quanto ottenuto;
• “socializzazione” dei bisogni individuali, aggregando domanda e risorse per convergere su un’offerta più adeguata e multidimensionale;
• rafforzamento dei legami, investendo su processi di mutuo aiuto e promuovendo la partecipazione della società civile nella ricerca delle soluzioni;
• integrazione socio sanitaria e ripensamento delle attuali unità di offerta e, in accordo con gli enti pubblici territoriali preposti, sperimentazione di una maggiore flessibilità, migliorando i processi di erogazione dei servizi;
• cooperazione e sinergie tra iniziative di welfare aziendale e sistema di welfare territoriale;
• rinnovamento del sistema dei servizi, anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie.
Con riferimento alla
governance, i sistemi territoriali, valorizzando ove possibile la programmazione territoriale già attivata, dovranno intraprendere azioni volte a:
• realizzare nuove forme di alleanza pubblico/privato (profit e non profit), arricchendo il sistema di programmazione territoriale di attori “non convenzionali” del cosiddetto “secondo welfare” (aziende, associazioni di categoria, fondazioni private e di comunità, ecc..);
• integrare, ottimizzare e riorientare l’utilizzo delle risorse, evitando dispersioni e sprechi, ma soprattutto attrarre nuove risorse, sia economiche, attraverso la raccolta fondi, sia umane e strumentali, attraverso la costruzione e la “manutenzione” di relazioni sociali nella comunità.
Il nuovo assetto richiederà ai
due principali attori del nostro sistema di welfare un possibile e auspicabile riposizionamento, e quindi:
• gli
enti pubblici dovranno essere garanti dell’equità e facilitatori del rinnovamento del sistema, investendo sulla conoscenza dei bisogni e sull'aggiornamento continuo delle risorse (in modo particolare degli operatori sociali) e costruendo processi di benchmarking;
• il
terzo settore dovrà uscire da una logica autoreferenziale e cercare di andare oltre il mercato ristretto delle risorse governate dagli attori pubblici, per intercettare, ove possibile, quello più ampio e frammentato delle risorse delle singole famiglie, aggregando i bisogni e svolgendo un ruolo di animatore di imprenditorialità sociale e di promotore di innovazione.
LE FASI E I TEMPI
Il percorso di progettazione sarà articolato nelle seguenti fasi:
I Fase - call for ideas
- entro il 30 maggio 2014, gli enti ammissibili potranno inviare le idee progettuali per realizzare sistemi territoriali di welfare comunitario capaci di produrre innovazione sulle modalità di risposta a un problema sociale;
- entro giugno 2014, la Fondazione Cariplo selezionerà le idee migliori.
• II Fase - studi di fattibilità
- tra luglio e novembre 2014, le idee selezionate beneficeranno di un percorso di accompagnamento metodologico garantito da Fondazione Cariplo, per trasformare l’idea in studio di fattibilità di un progetto triennale;
- entro dicembre 2014, verranno selezionati gli studi di fattibilità valutati più coerenti con le linee guida.
• III Fase - realizzazione
- l’implementazione dei progetti selezionati sarà finanziata per tre anni e beneficerà di un accompagnamento sostenuto da Fondazione Cariplo e volto anche a sviluppare nuove sinergie con attori non convenzionali e piani di fundraising di comunità per costruire la sostenibilità degli interventi;
- lo sviluppo delle progettualità selezionate sarà oggetto di monitoraggio per verificare l’andamento dei processi esecutivi e registrare i risultati ottenuti, anche nell'ambito di comunità di pratica volte a favorire l’apprendimento e la diffusione degli interventi sostenuti e ad alimentare il dibattito sui temi del welfare di comunità.
IL BUDGET
Il budget a disposizione ammonta a 10 milioni di euro, destinati interamente al finanziamento delle progettualità che verranno selezionate a dicembre 2014.
L’erogazione del contributo avverrà attraverso la stipula di convenzioni annuali che consentiranno di rinegoziare gli importi sulla base di quanto realizzato e di quanto previsto per l’annualità successiva.
La quantificazione del contributo da erogare verrà parametrizzata alla capacità di cofinanziamento privato delle comunità e all'investimento dimostrato dagli enti pubblici territoriali.
I FASE - CALL FOR IDEAS
Le idee ammissibili
Per essere considerate ammissibili alla valutazione, le idee dovranno soddisfare i seguenti requisiti:
• prevedere l’oggetto dell’intervento all'interno dell’area che comprende la regione Lombardia e le province di Novara e del Verbano Cusio Ossola;
• essere presentate entro la data di scadenza (30 maggio 2014);
• essere proposte da un capofila ammissibile e da una rete territoriale rappresentativa di soggetti pubblici e privati;
• essere coerenti con le linee guida:
-
esplicitare l’innovazione che si intende realizzare rispetto alle pratiche ordinarie; si sottolinea che per innovazione si intenderà non necessariamente qualcosa di aggiuntivo, ma anche sperimentazioni che comportino il ripensamento e la trasformazione delle risposte esistenti;
-
chiarire l’assetto di governance territoriale su cui poggia l’ipotesi d’intervento;
• attrarre e ricomporre risorse pubbliche e private in un’ottica di programmazione condivisa in grado di adeguare e riorganizzare l’offerta dei servizi.
L’idea progettuale dovrà indicare una stima del costo di progetto sui tre anni, tenendo presente che la dimensione minima ammissibile sarà pari a € 1.500.000 e che il contributo della Fondazione Cariplo potrà coprire fino al 65% dei costi complessivi. Si sottolinea che in questa fase le valorizzazioni non potranno essere conteggiate nella stima dei costi.
Il piano di dettaglio dei costi verrà definito nella fase di accompagnamento alla elaborazione degli studi di fattibilità sulla base di indicazioni fornite da Fondazione Cariplo.
I CRITERI DI VALUTAZIONE
Saranno privilegiate le idee che dimostrino:
•
conoscenza del contesto territoriale di riferimento (bisogni, risorse esistenti e potenziali) e chiarezza delle ragioni strategiche alla base dell’idea;
•
adesione di uno o più ambiti sociali territoriali, quale elemento di garanzia rispetto alla “coprogrammazione”, all'integrazione pubblico/privato e alla sostenibilità dell’iniziativa;
•
fattibilità, ossia percorribilità da un punto di vista culturale, istituzionale e tecnico-operativo (esperienze passate, maturità e solidità delle reti proponenti, disponibilità al cambiamento della pubblica amministrazione e della rete territoriale coinvolta);
•
equità, ossia la capacità di realizzare sistemi di cura e protezione in grado di riconoscere il bisogno reale e di garantire regole di accesso chiare e servizi tarati sulle condizioni personali dei beneficiari;
•
efficacia, ossia la capacità di migliorare la qualità dei servizi e incrementare i tassi di copertura dei bisogni individuati;
•
efficienza, ossia capacità di ottimizzare le risorse, evitando sprechi di spesa e di tempo (anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie), attivando economie di scala e investendo sull'aggregazione e sulla “socializzazione” dei bisogni;
•
sostenibilità, ossia la capacità di costruire relazioni e mobilitare in modo diffuso le risorse pubbliche e private (economiche e non) funzionali al sostegno degli interventi: valorizzazioni di beni, tempo e competenze di persone ed enti, proventi da servizi con domanda pagante, forme innovative di raccolta a patrimonio,
anche in collaborazione con le Fondazioni di Comunità, iniziative di responsabilità sociale di impresa;
•
capacità di coinvolgere in modo attivo altri attori e risorse non convenzionali nell'ambito di accordi territoriali, inclusi modelli di cooperazione con sistemi di welfare aziendale;
•
presenza nella rete territoriale di leadership e capacità comunicative per coinvolgere la comunità e ottenere consenso sull'innovazione proposta;
•
creazione di servizi flessibili, personalizzati e multidimensionali, al di là di logiche di settore e target, in grado di rafforzare i legami, prevenire il disagio e promuovere l’autonomia e l’inclusione sociale;
•
attivazione e coinvolgimento dei cittadini nella programmazione e produzione delle soluzioni, anche in un’ottica di responsabilizzazione e di restituzione alla comunità dei benefici ottenuti;
• attitudine a coinvolgere il
volontariato e ad attrarre forme diverse di “donazione” anche attraverso la valorizzazione dei giovani e degli anziani “silver age”;
•
attenzione agli aspetti ambientali e culturali quali elementi che producono senso di appartenenza e benessere per la collettività;
• attenzione alla raccolta di
dati quantitativi e qualitativi condivisi funzionali all'identificazione di indicatori di monitoraggio delle attività per migliorare lo sviluppo progettuale e meglio individuare i risultati ottenuti;
•
replicabilità delle iniziative proposte.
Non saranno considerate coerenti le idee che non abbiano un’effettiva portata innovativa né di processo né di contenuto/soluzione e che si limitino a reperire risorse ulteriori per gestire l’ordinario o per “spartirle” tra i soggetti della rete.
I SOGGETTI AMMISSIBILI
Le idee dovranno essere presentate da un ente ammissibile (secondo le regole generali illustrate nella
Guida alla presentazione), capofila di una rete territoriale pubblica e privata.
Il capofila dovrà possedere requisiti e competenze di natura organizzativa, economica e relazionale che dimostrino la capacità di catalizzare e coordinare gli attori e le risorse della comunità.
Le dinamiche del coinvolgimento degli attori del territorio saranno necessariamente variabili e dipenderanno in modo significativo dal bisogno/problema su cui la rete territoriale intende intervenire e dal contesto di riferimento.
La rete territoriale dovrà contribuire con risorse proprie all'idea di progetto e possedere esperienza nelle attività delle progettazioni proposte.
Potranno essere parte della rete: enti locali, organizzazioni del privato sociale, imprese, associazioni di categoria, associazioni imprenditoriali, enti di formazione, scuole, enti assicurativi e previdenziali,
camere di commercio e tutti gli enti pubblici e privati funzionali allo scopo.
Potranno però essere beneficiari di contributo solo gli enti ammissibili indicati nella Guida alla presentazione.
LE MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE
L’idea progettuale deve essere inviata entro il
30 maggio 2014 alle ore 18 compilando la modulistica on line disponibile nell'area riservata del sito di Fondazione Cariplo.
2 - Welfare in azione: link utili
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Il nuovo bando sociale di Cariplo: “sarà una rivoluzione”, post di Lorenzo Bandera su secondowelfare.it
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Il testo del bando
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Le FAQ relative a fase 1
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Il convegno di presentazione in streaming on demand
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Le videoconferenze di approfondimento per le reti che si intendono candidare a fase 1