lunedì 1 luglio 2013

Dicci la tua! al Rione Pelizza di Pavia

Dopo la camminata in quartiere del 13 giugno, che ha coinvolto i partner e le organizzazioni della rete di Qualcosa di nuovo sul fronte occidentale, al Rione Pelizza di Pavia Ovest abbiamo lanciato Dicci la tua! - iniziativa di conoscenza e ascolto attraverso la quale, come gruppo di lavoro, intendiamo rompere il ghiaccio e avviare un dialogo con gli abitanti.

Finanziato da Fondazione Cariplo, dal Comune di Pavia e da Aler, Qualcosa di nuovo sul fronte occidentale svilupperà, nei prossimi tre anni e fino alla primavera 2016, attività e iniziative per promuovere coesione sociale in tutta l'area Pavia Ovest della città.

Al Rione Pelizza vogliamo coinvolgere i cittadini per renderli protagonisti, ideatori e attori di progetti di miglioramento: sia feste ed eventi; sia iniziative per la rigenerazione e l'uso di spazi pubblici.

Così abbiamo deciso, innanzi tutto, di conoscerli gli abitanti della Pelizza, e di farci conoscere a nostra volta.
 
In occasione della camminata in quartiere, abbiamo lanciato Dicci la tua!, distribuendo un volantino per creare un po' di aspettativa. Nel testo (riprodotto qui a lato), abbiamo riassunto i nostri obiettivi e abbiamo dichiarato che ci saremmo presentati nelle strade del rione con una sorpresa, indicando le date e gli orari: venerdì 21 e 28 giugno e venerdì 5 e 12 luglio, dalle 17 alle 20.

Nelle due giornate convenute di giugno, prima in via Pampuri, quindi in via Martinetti, abbiamo installato un ombrellone verde e un tavolo rosso con sedie coordinate e abbiamo messo in opera i nostri attrezzi da lavoro:
- un pieghevole (riprodotto sotto) per spiegare perché eravamo lì
- fogli bianchi
- pennarelli colorati
- una macchina fotografica.
Ai cittadini, che mano a mano si sono avvicinati curiosi, abbiamo chiesto di raccontarci il quartiere con tre parole positive e con altre tre che esprimessero criticità. Tutti sono stati invitati a farsi foto-ritrarre: per cambiare le cose servono facce e persone, non solo chiacchiere!

Dicci la tua! prosegue nei primi due venerdì di luglio, sempre dalle 17 alle 20; questa volta collocheremo l'ombrellone davanti al supermercato Unes, in via Fratelli Cervi.
A fine settembre, con una mostra-evento, restituiremo pubblicamente i risultati.

Metodologie di riferimento (per approfondire)

(Testi parzialmente tratti da M. Sclavi, Avventure urbane, Eléuthera, Milano, 2002, citati in A più voci, a cura di Luigi Bobbio, Edizioni Scientifiche Italiane, Roma, 2004).

L’outreach 
Gli operatori sociali sanno benissimo che le persone con i problemi più gravi difficilmente si presentano spontaneamente presso di loro per ricevere i servizi di cui avrebbero un grandissimo bisogno; occorre andarle a cercare.
Questa pratica dell’andare a cercare è stata chiamata outreach (letteralmente: raggiungere fuori). Lo stesso termine è impiegato nella progettazione partecipata e può essere definita come andare a consultare le persone piuttosto che aspettare che esse vengano da noi (N. Wates, Community Planning Handbook, Londra, Earthscan, 2000).
Le amministrazioni sono tradizionalmente abituate ad aspettare che gli utenti arrivino da loro, presentando domande, istanze, dichiarazioni, certificati. Qui bisogna procedere nel modo opposto: non è più il cittadino che si muove verso lo sportello, ma è lo sportello (l’istituzione) che si muove verso il cittadino. Le amministrazioni non possono conoscere veramente quali sono i problemi e chi sono i loro possibili interlocutori finché non riescono a scovarli sul territorio. Gli strumenti e le modalità dell’outreach sono assai varie. Per esempio (ma se ne possono immaginare o inventare altre):
• distribuzione di materiale informativo nelle case oppure direttamente alle persone in situazioni di aggregazione (mercati, assemblee, negozi, ecc.);
• articoli su giornali locali, spot informativi su radio e tv;
• interventi informativi e di scambio mirati nell’ambito di riunioni di specifici gruppi (ad esempio, una bocciofila, un centro sportivo, un’associazione ricreativa);
• strutture mobili (caravan, camper, container) possono essere utilizzate come uffici mobili per restituire anche a livello simbolico la presenza sul campo e garantire la possibilità di una consultazione iniziale;
• svolgimento di camminate di quartiere;
• attivazione di punti di riferimento in loco.
L’importante è il concetto di andare fuori a cercare. L’outreach è... la montagna che va da Maometto.

Camminate di quartiere
I progettisti, gli urbanisti e gli altri specialisti di solito lavorano prevalentemente sulle carte e sui dati. In questo modo riescono a vedere molti aspetti che gli abitanti non sono in grado di conoscere. Ci sono però molti altri aspetti che gli abitanti conoscono e che gli specialisti non possono cogliere. La camminata di quartiere è un metodo che aiuta a superare questo fossato. Consiste in una o più passeggiate per il  quartiere, in cui piccoli gruppi di residenti (da 10 a 30) guidano i professionisti o i funzionari in un giro per l’area interessata.
Mentre il gruppo cammina si incrociano osservazioni, domande, apprezzamenti, desideri, in modo libero e rilassato, e si raccolgono impressioni, stralci di storia del quartiere, problemi, esperienze, ricordi. La passeggiata rappresenta anche l’occasione per rivolgere la parola ai passanti, incuriosendoli e invitandoli a esprimere informazioni o pareri ed eventualmente a unirsi alla camminata.
La camminata di solito finisce in un luogo di riunione, nel quale viene offerto un piccolo rinfresco. È l’occasione per continuare la conversazione, per scambiarsi le impressioni e fissare alcuni punti.

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