domenica 26 maggio 2013

Verso la creative city

Si è svolto il 14 maggio scorso, a Genova, Verso la creative city | Ripensare la città a misura della creative economy , un convegno del progetto Creative Cities, finanziato dal programma Central Europe (qui il flyer dell'iniziativa).
Nella Sala del Munizioniere di Palazzo Ducale, la giornata è stata occasione di confronto sul rapporto tra cultura e sviluppo; di approfondimento sulle forme e i metodi della creative economy, tra distretti creativi, incubatori e reti; di discussione sulle politiche culturali in tempo di crisi e sulla necessità di riconnettere produzione e consumo culturale.
Carla Sibilla (Comune di Genova, Assessore Cultura e Turismo) ha illustrato le iniziative in corso a Genova, con particolare riferimento al distretto culturale audiovisivo nel quartiere periferico di Cornigliano e al distretto culturale della Maddalena, in centro storico. Francesco Oddone (Comune di Genova, Assessore Sviluppo Economico) ha presentato i programmi di Genova Smart City.
Gloria Piaggio (Comune di Genova, Smart City) ha raccontato la funzione positiva che l'Associazione Genova Smart City (ottanta soci tra imprese grandi e piccole, istituzioni, associazioni di categoria, enti di ricerca e organizzazioni della società civile) sta svolgendo per "integrare le diverse risorse e iniziative in una visione comune di futuro e in un'idea condivisa di trasformazione" e ha sottolineato, facendo riferimento al "documento Barca" come il Comune di Genova stia affiancando la Regione Liguria nella pianificazione dei Fondi comunitari 2014 - 2020. 
Emilia Saglia e Fabio Tenore (Comune di Genova, Creative Cities) hanno illustrato i risultati di un progetto che sta costruendo una rete internazionale di industrie creative e che ha contribuito alla stesura del Libro verde della Commissione Europea Le industrie culturali e creative, un potenziale da sfruttare; hanno parlato di cluster settoriali e intersettoriali; hanno presentato genovacreativa.it e creart-eu.org.
Roberta Prampolini e Daniela Rimondi (Università di Genova) hanno presentato i risultati di un'indagine qualitativa sul settore audiovisivo a Genova e in Liguria.
Mimma Gallina (Associazione Ateatro) ha richiamato la necessità di risorse pubbliche per far crescere la cultura, confrontandosi con Luca Dal Pozzolo (Fondazione Fitzcarraldo), che ha sottolineato l'esigenza, per gli enti locali, di cambiare metodo: basta con la distribuzione di risorse a pioggia e, invece, avvio della stagione delle politiche culturali, delle strategie e delle (conseguenti) scelte; in un tempo nel quale tutto è cultura e nel quale la cultura è accessibile a tutti e non solo alle élite, gli enti locali devono organizzare, favorire alleanze, accreditare progetti, far emergere risorse al livello dei cittadini, ma non essere più il principe che elargisce. Claudio Bocci (Federculture) ha presentato il modello vincente di Parchi della Val di Cornia SpA, la società che gestisce l'omonimo sistema turistico e culturale sulla costa degli Etruschi (trenta piccole aziende coinvolte a vario titolo per complessivi duecento occupati). Roberta Comunian (King's College, Londra) ha svolto un intervento denso e appassionato, presentando (semplifico) due modelli di città creativa: il modello di Richard Florida (L'ascesa della nuova classe creativa, 2002), che mette al centro la presenza di industrie creative e gli investimenti connessi alla loro attività e un modello "alternativo", che miscela la dimensione culturale con quella sociale, basato sulla partecipazione, la rigenerazione, il capitale umano, la qualità della vita; secondo questo modello le città creative non devono investire esclusivamente in luoghi e opere "importanti" ma puntare soprattutto sulle botteghe e sulle periferie, nella consapevolezza che il ritorno economico non è una prerogativa del settore culturale e che dall'investimento in cultura derivano piuttosto crescita culturale e sociale. Secondo Comunian "tutti cercano il modello perfetto per costruire la città creativa, ma questo modello non c'è"; allora, bisogna valorizzare la complessità, declinare la creatività con riferimento al contesto specifico, analizzare la relazione tra sviluppo della cultura e soluzione di altri problemi. Queste le raccomandazioni di Comunian: a) l'intervento sulle strutture non deve prevalere sulla promozione di attività culturali sul territorio; b) occorre valorizzare la libertà creativa; c) bisogna aver chiaro che la cultura non promuove solo sviluppo economico ma sopratutto sociale, intellettuale e (ovviamente) culturale; d) si deve valorizzare il senso di appartenenza e il protagonismo degli abitanti e la qualità della vita locale; e) è utile puntare sulla peculiarità e la distintività dei luoghi (non tutto è Barcellona); f) è più facile ottenere risultati puntando sullo sviluppo delle reti e sulla connessione di spazi pubblici e non profit. Queste le tre sfide: 1) puntare non solo processi basati sulla rigenerazione di strutture ma anche rigenerazione delle persone e promozione della partecipazione ; 2) non alienare dai processi di cambiamento le persone che vivono nelle città oggetto di intervento; 3) riconciliare arte e cultura con chi di solito non partecipa e non capisce. Fattore importante: il tempo. Rischio: puntare sulle "opere" quando ci sono le risorse e entrare in crisi nella fase "post fondi", proprio perché si è puntato solo sulle opere. Andrea Rocco (Genova e Liguria Film Commission) ha illustrato l'esperienza del distretto culturale audiovisivo di Cornigliano, nell'area dismessa e oggi bonificata delle acciaierie Ilva; oggi l'edificio che ospitava gli uffici amministrativi dell'Ilva è diventato Videoporto e ospita più di trenta imprese del settore audiovisivo, oltre a luoghi attrezzati per la produzione; la stessa Genova e Liguria Film Comission ha sede nell'adiacente Villa Bombrini (Qui il racconto di come la Società Per Cornigliano ha recuperato l'area del compendio siderurgico e il giardino della Villa, a partire dal 2005). Rocco ha spiegato che le imprese si sono localizzate nel Videoporto per rompere l'isolamento, per l'elevata convenienza economica, per la possibilità di accedere ai luoghi attrezzati per la produzione a prezzi vantaggiosi, per il fatto che Film Commission porta a Genova produzione che spesso necessitano di forniture. A Cornigliano le imprese trovano quindi uffici, sale riunioni, location, formazione, networking, possibili commesse. Philippe Foulquié ha raccontato l'esperienza della Friche de la Belle de Mai a Marsiglia (qui il sito), la storia di come una ex manifattura di tabacco è stata trasformata in un luogo di creazione artistica e artigianale, di produzione culturale, di diffusione e comunicazione del sapere (qui una scheda del progetto in italiano). Infine, Marco Geronimi Stoll, di Rete Smarketing, ha presentato i principi e le metodologie dello Smarketing: bassa delega ai consulenti della comunicazione, elevata autonomia dei clienti, self help, dilettanti competenti, capacitazione.