La novità principale è che il bando, contrariamente alle due edizioni precedenti, è in un'unica fase.
Al centro del bando c'è il tema della "coesione sociale", che non può "più essere attesa quale esito naturale e spontaneo di società sempre più eterogenee e frammentate", ma che è vista come condizione necessaria per "attivare e riprodurre processi virtuosi di benessere, appartenenza, socialità, solidarietà, partecipazione, e, non ultimo, responsabilità e risoluzione dei propri bisogni, così da avviarsi verso un modello di welfare comunitario".
Questa la definizione di "coesione sociale", così come esposta nel bando:
Con il termine di coesione sociale ci si riferisce, quindi, all’abilità continuamente rigenerata da una società di prendersi cura delObiettivi del bando:
benessere multidimensionale e dinamico, personale e collettivo,
presente e futuro, materiale e immateriale, dei propri membri.
La Coesione Sociale appare quindi al contempo premessa e
prodotto di legami positivi, efficaci e significativi che coinvolgono
tutti gli abitanti e si traducono in forme plurime, sia informali che
formalizzate, di mutua appartenenza e solidarietà, di cura e corresponsabilità, dentro un quadro sufficientemente stabile e condiviso di senso, riconoscimento e inclusione.
Coesione Sociale non è quindi un fine in sé, quanto un mezzo
per realizzare comunità meno vulnerabili, in quanto maggiormente in grado di rispondere alle domande dei propri membri, di prevenire e combattere forme di esclusione e di disuguaglianza.
• contribuire a un cambiamento significativo nelle percezioni e nei comportamenti degli abitanti rispetto alle dimensioni di radicamento, di corresponsabilità, di mutualità;
• rilanciare il coinvolgimento e il protagonismo degli abitanti stessi alla vita locale;
• proporre la sperimentazione di forme di intervento coordinato e di regia nella costruzione di risposte alle questioni poste dalla comunità locale e dai suoi membri, pur nella diversità di ruoli, competenze e capacità dei diversi attori sociali coinvolti;
• sperimentare un migliore utilizzo delle risorse formali ed informali, materiali e immateriali del territorio (umane, economiche, spazi, servizi etc);
• promuovere la crescita di ruolo, di competenze, di sinergie e di corresponsabilità dei soggetti del partenariato e degli altri soggetti del territorio, anche in termini di sviluppo della capacità di lettura e di rappresentazione dei problemi del contesto.
I progetti presentati devono agire su territori (chiaramente descritti come comunità locali fragili) caratterizzati dalla presenza di una o più delle seguenti condizioni di difficoltà:
- di convivenza: difficoltà di integrazione e di dialogo, presenza di forme di conflittualità non mediate, insicurezza diffusa, mancanza di occasioni e di luoghi di aggregazione e di socialità
- sociali: alta incidenza di gruppi o individui deboli o isolati, presenza di diseguaglianze interne al quartiere e tra il quartiere e la città, incremento delle fragilità personali e familiari di natura socio-economica, poca presenza e/o ridotta accessibilità a servizi
- abitative: eccessiva concentrazione di abitanti o per contro forte isolamento,
situazioni di degrado urbano
- culturali: basso livello scolastico, poche iniziative.
Inoltre, Fondazione Cariplo dichiara di voler prediligere interventi rivolti acontesti territoriali chiaramente identificati e di piccole dimensioni (quartiere, insieme di quartieri contigui, comune, eccetera).
Linee guida
Fondazione Cariplo chiede di:
1) valorizzare l’intero iter della costruzione progettuale quale momento fondativo dell’intera proposta (ovvero: costruire la proposta progettuale dal basso, sul terreno, con un processo si azione locale partecipata; vedi l'appendice al bando: Linee Guida per l’analisi del contesto)
2) sostenere la sperimentazione di interventi costruiti attorno a poche e chiare priorità ben identificate, individuando una strategia di intervento forte, ben espressa, che unifichi le azioni proposte e sia in grado di suscitare interesse, aggregare e coinvolgere gli abitanti e le diverse componenti del territorio
3) articolare comunque gli interventi su tre direttrici di lavoro (nessuna esclusa): a) legami con lo spazio di vita, b) legami tra le persone e c) legami tra le diverse realtà della comunità locale.
Criteri di ammissibilità formale (tra gli altri):
- prevedere l’oggetto dell’intervento in un territorio non finanziato sul Bando Coesione Sociale 2009 e sul Bando Coesione Sociale 2011;
- avere durata di 36 mesi, con inizio non prima di gennaio 2013;
- formulare una richiesta di contributo alla Fondazione Cariplo non inferiore a euro 50.000 e non superiore a euro 350.000;
- formulare una richiesta di contributo non superiore al 70% dei costi di progetto;
- prevedere costi per beni immobili e altri costi ammortizzabili non eccedenti il 20% dei costi totali del progetto.
Enti non ammissibili
Gli enti pubblici non potranno partecipare ai progetti e chiedere contributi in qualità di enti capofila o partner.
Gli enti beneficiari in qualità di capofila di un contributo nell’ambito delle edizioni 2009 e 2011 del bando Coesione non potranno partecipare ai progetti e chiedere contributi in qualità di enti capofila, ma solo come partner.
Entrambe le tipologie di enti potranno far parte della rete o essere cofinanziatori.