mercoledì 26 dicembre 2012

Progettare la formazione con i destinatari: un'esperienza in corso

Su incarico dell'Istituto Santachiara, Marzio Rivera e io stiamo progettando PAVIALEARNING 2.0, un programma di formazione sui temi della didattica digitale destinato agli insegnanti delle scuole secondarie superiori della provincia di Pavia (ne ho scritto qui).
L'esigenza di aggiornamento su questi temi deriva dal fatto che (come ha scritto con efficacia qui Guido Vinciguerra) a fronte di molte risorse pubbliche messe a disposizione per l'acquisto di strumenti digitali, sono scarse le possibilità offerte ai docenti (e ai tecnici) delle scuole di completare e arricchire la propria formazione sull'uso di questi dispositivi e manca quasi del tutto un'attenzione al tema delle infrastrutture di rete necessarie per utilizzare al meglio i nuovi device.
Con PAVIALEARNING 2.0 ci proponiamo pertanto di: (i) formare il personale della scuola all'uso dei nuovi dispositivi e alle metodologie didattiche ad essi connesse, (ii) offrire formazione e accompagnamento sulla gestione e sullo sviluppo della rete di istituto, (iii) incentivare collaborazione e cooperazione tra scuole e docenti, (iiii) condividere e valorizzare le esperienze in corso nella provincia di Pavia e altrove.
Per favorire il raggiungimento di questi obiettivi, invece di progettare i percorsi didattici a tavolino e di affidarci a formatori esterni, abbiamo invitato gli insegnanti delle scuole pavesi a progettare con noi i contenuti della formazione e abbiamo chiesto a chi ha competenze da spendere di mettersi a disposizione come docente.
Il 13 dicembre scorso abbiamo svolto con diversi insegnanti una prima riunione di lavoro, per condividere e validare gli obiettivi e per raccogliere le prime esigenze formative. Altre indicazioni ci sono arrivate via email da colleghi non presenti all'incontro.
Oltre a individuare i principali contenuti didattici, abbiamo convenuto di rinunciare a un'impostazione formativa tradizionale e abbiamo deciso di adottare una didattica laboratoriale, collaborativa, personalizzata: (a) il docente più esperto conduce il laboratorio con funzione di formatore ma adotta una modalità paritaria e cooperativa che chiama in causa le competenze di tutti i partecipanti; (b) il laboratorio è luogo di collaborazione e socializzazione e crea le premesse per la costruzione di comunità professionali destinate a mantenersi nel tempo; (c) i laboratori formativi sono adattati e condotti tenendo conto delle specifiche esigenze dei partecipanti e degli istituti scolastici coinvolti.
Abbiamo quindi costituito un laboratorio di progettazione formativa a distanza utilizzando due semplici strumenti:
1) la mailing list pavialearning@googlegroups.com, su Google Gruppi, per facilitare la comunicazione orizzontale e aperta tra tutti i componenti del laboratorio di progettazione;
2) una tabella su Google Drive, per costruire a distanza a più mani il piano didattico, dando la possibilità a tutti i componenti del gruppo di lavoro di visualizzare in tempo reale le proposte dei colleghi e di inserire le proprie.

La tabella contiene le principali informazioni necessarie per mettere a punto il complessivo programma di formazione PAVIALEARNING 2.0: titolo del modulo didattico, calendario di massima, luogo e sede di svolgimento della formazione, attrezzatura e logistica necessarie, numero di ore di formazione e loro cadenza, contenuti formativi, numero partecipanti, numero edizioni, interesse a partecipare come allievi, interesse a contribuire come docenti.
A metà gennaio proveremo a tirare le somme della progettazione svolta a distanza nell'ambito di una seconda riunione di lavoro in presenza: i moduli formativi pianificati insieme si svolgeranno tra febbraio e aprile 2013 in diverse scuole della provincia di Pavia.

Vedi anche:
Sperimentare nuove didattiche nell'era digitale. Vademecum di un progetto sperimentale
Scuola digitale: un'opportunità in provincia di Pavia

giovedì 20 dicembre 2012

Le 4R di Stradella: riduco, riuso, riciclo, rispetto

Oggi alle 18 a Stradella, presso il Centro Culturale di via Montebello 2, Le 4R di Stradella presenta i risultati di un anno di lavoro che ha coinvolto tutta la città:
dipendenti del Comune, commercianti, associazioni, scuole e cittadini presentano i risultati conseguiti, si confrontano su come dare continuità a quanto realizzato e festeggiano insieme!

Il progetto, finanziato da Fondazione Cariplo e gestito dal Comune e da Energetica, è stato un grande laboratorio partecipativo per fare di Stradella una città più sostenibile, con particolare riferimento alla produzione e alla gestione dei rifiuti nei principali ambiti di vita cittadina.


Il gruppo Facebook
Il video
Il blog
Energetica

Vedi anche:
Costruire comunità sostenibili un bando di Fondazione Cariplo 2012

domenica 16 dicembre 2012

Bel posto, bella gente

Venerdì scorso, nel pomeriggio, su invito di Graziano Maino, ho partecipato alla riunione dei curatori del blog collettivo Appunti di lavoro.
Ci siamo trovati in un bel posto, che non conoscevo. Si chiama Negozio civico e si trova nel centro del centro di Milano, in Largo Corsia dei Servi, a due passi da San Babila. Nel Negozio Civico, gestito da Associazione CHIAMAMILANO, è possibile consultare liberamente internet, leggere i principali quotidiani nazionali, incontrare persone, chiacchierare, confrontarsi e condividere esperienze.
Gratuitamente, Negozio Civico mette i propri spazi e servizi a disposizione di associazioni, comitati e gruppi che necessitano di un luogo libero per riunirsi, farsi conoscere e proporre le proprie attività e i propri progetti.
Noi ci siamo trovati per parlare di Appunti di lavoro, blog di "contatti, scambi e confronti", da mettere tra i preferiti. Eravamo armati di domande, idee, pc, proiettore e gelatine allo zenzero.
Accanto, quattro ragazze (colleghe?) hanno discusso di non so cosa per un paio d'ore - e mi è rimasta la curiosità di conoscere l'oggetto del loro discutere.
Intorno, nell'open space del Negozio, alcuni leggevano quotidiani. Fuori era bianco di neve.

Appunti di lavoro
Negozio civico

giovedì 13 dicembre 2012

Sperimentare nuove didattiche nell'era digitale. Vademecum di un progetto sperimentale

Sperimentare nuove didattiche nell’era digitale è una iniziativa di ODPF Istituto Santachiara CFP, finanziata da Regione Lombardia nell’ambito del bando Azione volta a sostenere la formazione innovativa.
Il progetto si è basato sull’uso di una piattaforma di e-learning (LMS), sulla costruzione di moduli didattici per la formazione a distanza (Learning Object) e su uno stile di lavoro collaborativo e cooperativo tra docenti e studenti.
L’iniziativa si sviluppata, tra giugno a dicembre, lungo le seguenti fasi:
1) Messa a punto della piattaforma di e-learning.
2) Formazione di un gruppo di docenti di diverse discipline su: nuove metodologie didattiche nell’era digitale; uso della piattaforma di e-learning; costruzione di Learning Object.
3) Laboratori con piccoli gruppi di docenti per la costruzione di Learning Object nei tre ambiti di riferimento elaborati dall’indagine OCSE PISA: lingue (reading literacy), matematica (mathematical literacy) e scienze (scientific literacy).
4) Sperimentazione dell’uso della piattaforma e dei Learning Object con il coinvolgimento attivo di due gruppi di studenti. Per ogni gruppo di studenti si sono svolte venti ore di formazione/laboratorio in presenza e venti ore di formazione/laboratorio a distanza (dieci in modalità chat e forum e dieci di lavoro individuale).
5) Validazione del metodo e degli strumenti messi a punto.
6) Documentazione del processo e dei risultati attraverso il blog www.odpfsantachiara.it/didablog.
Oggi pomeriggio, nella sede di Voghera del Santachiara, presentiamo i risultati della sperimentazione a docenti provenienti da molte scuole della provincia di Pavia.
Congiuntamente, lanciamo il programma di formazione e collaborazione tra scuole Pavialearning 2.0

Qui il programma del seminario di oggi.
Qui il vademecum del progetto Sperimentare nuove didattiche nell’era digitale.

lunedì 10 dicembre 2012

Bando per la presentazione di progetti di comunicazione digitale per il business delle Micro Piccole Medie Imprese lombarde

La Regione Lombardia e il Sistema delle Camere di Commercio lombarde hanno promosso un bando per finanziare nuovi progetti di comunicazione digitale.


Il Bando vuole incentivare progetti di investimento in strategie di marketing innovation da parte di micro, piccole e medie imprese lombarde che intendono sfruttare tutte le nuove forme e tecnologie di comunicazione digitale per aumentare il proprio business, aggiungere valore ai propri prodotti e servizi e trovare nuovi mercati attraverso internet e gli strumenti web 2.0. Sono previste 2 misure:
Misura a) progetti di comunicazione digitale volta a finanziare l’introduzione in azienda di progetti di comunicazione e marketing digitale finalizzati a sviluppare nuovi processi comunicativi e/o nuovi modelli di business;
Misura b) giovani per la creatività digitale per favorire l’inserimento professionale dei giovani e la stabilizzazione professionale di lavoratori già presenti in azienda per realizzare progetti di comunicazione digitale finalizzati ad innalzare la competitività delle aziende in ambito locale, nazionale e internazionale.
Scadenza del bando: 24 gennaio 2013.
Tutte le informazioni qui.

venerdì 7 dicembre 2012

Scuola digitale: un'opportunità in provincia di Pavia

Moltissimi istituti scolastici, in Lombardia e non solo,  stanno sperimentando in questi anni e in questi mesi l'adozione di nuovi strumenti digitali e nuove metodologie didattiche ad essi connesse.
Lavagne Interattive Multimediali, netbook e tablet, piattafome e-learning e e-book sono ormai entrati nelle classi, anche grazie a finanziamenti statali e regionali, che ne hanno incentivato l'adozione.
A fronte di molte risorse pubbliche messe a disposizione per l'acquisto di questi nuovi strumenti e in presenza di un diffuso entusiasmo di molti docenti che colgono il carattere innovativo – sul piano didattico - di questa rivoluzione tecnologica, sono invece scarse le possibilità offerte agli educatori di completare e arricchire la propria formazione sull'uso di questi dispositivi.
Inoltre, la massiccia introduzione di questi nuovi apparati spesso fa emergere nuovi problemi sia nella gestione della rete informatica di istituto, non ancora idonea a supportare questi nuovi carichi, sia nella scelta dei software adeguati.
Infine, troppo spesso, interessanti sperimentazioni e innovazioni, realizzate in singoli istituti, non vengono condivise e valorizzate opportunamente, con il rischio di disperdere risorse e opportunità e di non sfruttare il grande valore aggiunto di una significativa cooperazione tra scuole e tra docenti.

In questo contesto, i docenti sentono sempre più l'esigenza di incrementare le proprie competenze relativamente all'utilizzo di questi dispositivi all'interno dei percorsi curricolari e di confrontarsi su quanto nei diversi istituti si sta sperimentando
Tra il giugno e il dicembre 2012, l'Istituto Santachiara di Voghera e Stradella ha realizzato Sperimentare nuove didattiche nell’era digitale (qui il blog dell'iniziativa), un progetto di formazione e di laboratorio per i propri docenti e studenti, basato sull’uso di una piattaforma di e-learning (LMS), sulla costruzione di moduli didattici per la formazione a distanza (Learning Object) e su uno stile di lavoro collaborativo e cooperativo sia tra docenti, sia tra studenti, sia tra docenti e studenti (questo il gruppo di lavoro dell'iniziativa).

Ora l'Istituto Santachiara, nell'ambito del programma Lombardia Eccellente e con la partecipazione della Provincia di Pavia, lancia la nuova iniziativa PAVIALEARNING 2.0, offrendo a tutti gli istituti e agli enti di formazione un programma di aggiornamento con i seguenti  Obiettivi:
  • fornire ai docenti coinvolti nelle sperimentazioni formazione operativa sull’uso dei nuovi dispositivi e sulle metodologie didattiche ad essi connesse
  • offrire formazione e accompagnamento sulla gestione e sullo sviluppo della rete di istituto
  • favorire collaborazione e cooperazione tra scuole e docenti
  • condividere e valorizzare le esperienze in corso nella provincia di Pavia
  • conoscere ed esaminare le esperienze regionali e nazionali.
Metodologia
I moduli formativi saranno costruiti sulle specifiche esigenze delle singole scuole (o di gruppi di queste), coinvolgendo direttamente i docenti degli istituti sia nell’organizzazione sia nella formazione. Il percorso prevede comunque momenti formativi inter-istituto, anche con l’obiettivo di costruire reti di collaborazione tra docenti e scuole, che vadano oltre la durata del programma formativo.
Per progettare i moduli formativi e per costruire il calendario di PAVIALEARNING 2.0 è indetto un:

Incontro di lavoro
giovedì 13 dicembre 2012
ore 14.30 – 17.00
presso ODPF Istituto Santachiara
Via Scarabelli, 59
27058 Voghera (PV)

Questo il Programma dell’incontro:
Ore 14.30 Accoglienze e presentazione dei partecipanti
Ore 15.00 Presentazione della sperimentazione Nuove didattiche nell’era
digitale
, realizzata da Istituto Santachiara
Ore 15.45 Presentazione del programma di formazione PAVIALEARNING 2.0
Ore 16.15 Discussione e pianificazione di un programma formativo e di un
calendario per gli istituti interessati.

L’incontro è aperto a tutte le scuole della provincia di Pavia.
Per ulteriori informazioni: caumarco@gmail.com

mercoledì 21 novembre 2012

La continuità di un progetto: il pedibus a Pavia

Dopo una prima esperienza nella primavera scorsa, riparte in questi giorni a Pavia, nel quartiere in cui vivo, il Vallone, il servizio di pedibus, l“autobus che va a piedi": due adulti-accompagnatori conducono un gruppo di bambini e bambine alla scuola primaria, seguendo un percorso predefinito e sicuro.
Si parte dal capolinea alle otto e cinque, con i bambini che abitano in quella zona, si fanno alcune fermate lungo il percorso per "far salire" altri "passeggeri" e si arriva a scuola in orario e senza problemi di parcheggio!
Personalmente, partecipo all'iniziativa come genitore-volontario di una bambina di seconda elementare: ogni lunedì, anche quest'anno, accompagnerò a piedi mia figlia e un gruppo di sui compagni a scuola; in cambio, per tutti gli altri giorni della settimana, so che lei potrà uscire di casa da sola, raggiungere in un minuto (e procedendo sul marciapiede) il capolinea del pedibus e partire per la scuola con i suoi amici e altri genitori e volontari.
A Pavia il servizio di pedibus, organizzato dall’Assessorato Pari Opportunità e Politiche dei Tempi e degli Orari del Comune, è stato sperimentato per la prima volta nel 2009-10 alla scuola Carducci, in centro storico. Nell'anno scolastico successivo la sperimentazione è stata allargata alla scuola Berchet e nel 2011-12 il servizio è stato avviato complessivamente in sette scuole cittadine.
In questi anni l'iniziativa è stata sostenuta da risorse comunali e (dal 2010) da quelle del progetto Più Tempo per Tutti, finanziato dalla Regione Lombardia, che ha consentito - tra l'altro - di affiancare agli accompagnatori-volontari, quando necessario, personale retribuito. Al progetto collabora genitori@scuola, l'associazione di genitori che cura anche il blog dell'iniziativa.
Da quest'anno il servizio di Pedibus, comunque sempre coordinato e accompagnato con grande passione da personale comunale, deve basarsi esclusivamente sull'impegno di "conducenti" volontari, affrontando quindi la scommessa dell'autonomia dal finanziamento speciale che ne ha consentito la messa a punto e l'avvio negli anni scorsi. Il servizio, per ora, è ripartito (o sta ripartendo) in tre scuole e si stanno verificando le condizioni di auto-sostenibilità nelle altre.
L'esperienza mi ha fatto ulteriormente riflettere sul tema della continuità dei progetti finanziati, su cui avevo già scritto qui: quali sono gli ingredienti che possono contribuire a garantire che un progetto sperimentale, avviato grazie a risorse eccezionali, possa avere seguito oltre il periodo di finanziamento?
Di seguito, qualche appunto su come sono stati utilizzati a Pavia, nel progetto che ha avviato il pedibus, gli ingredienti che mi sembrano decisivi per garantire la continuità di iniziative avviate grazie a risorse straordinarie.

Ingredienti per favorire la continuità dei progetti finanziati
e loro utilizzo nel progetto del pedibus a Pavia.

# Primo ingrediente: il tempo. Il periodo "coperto da finanziamento" non deve essere troppo breve. Se vogliamo creare le condizioni per l'autonomia di un progetto, dobbiamo prevedere un tempo adeguato per l'avvio, lo sviluppo, la manutenzione. Non si costruiscono iniziative capaci di autosostenersi senza garantire periodi di start-up e di accompagnamento di almeno tre anni (due, solo nel caso di progetti più semplici).
Il pedibus, a Pavia, è stato avviato e mantenuto, dopo una sperimentazione iniziale di un anno sostenuta con risorse comunali, da un progetto speciale finanziato per due anni. In questo periodo il servizio, in una logica progressiva, è stato prima messo a punto, quindi sperimentato in una scuola, poi in due e infine proposto e allargato complessivamente a sette scuole cittadine.

# Secondo ingrediente: le risorse di processo. Il periodo "coperto da finanziamento" deve prevedere attività finalizzate alla costruzione delle condizioni minime per la continuità del progetto. Risorse diverse da quelle propriamente indirizzate all'oggetto del progetto: potremmo definirle risorse di processo. Non si costruisce continuità senza l'impegno di persone che lavorino per la creazione di requisiti di continuità.
Il progetto per l'avvio del pedibus ha previsto la realizzazione di incontri con i genitori e i volontari finalizzati a favorirne conoscenza e fiducia reciproca; a coinvolgerli nella validazione dei percorsi; a renderli autonomi nella gestione di eventuali emergenze (per esempio la sostituzione di un accompagnatore indisponibile), attraverso la costruzione di email-gruppi; a incentivare la promozione del pedibus dal basso, attraverso il passaparola; a creare le condizioni per la più ampia autonomia possibile. Agli incontri in presenza è stato affiancato un accompagnamento "forte" via email da parte del personale comunale.

# Terzo ingrediente: rispondere a bisogni reali dei potenziali beneficiari. Il progetto deve rispondere a bisogni conclamati, espressi dalla comunità locale. L'ideazione di una iniziativa non può esaurirsi in un lavoro di progettazione a tavolino, ma deve prevedere un approccio partecipativo, ovvero il coinvolgimento attivo dei beneficiari potenziali. Non penso debbano essere i beneficiare a decidere da soli di cosa hanno bisogno; ma penso non debbano deciderlo da soli neppure i progettisti. Non si creano condizioni per la continuità con iniziative costruite in laboratorio e calate dall'alto.
I "numeri" dello scorso anno scolastico dimostrano che il servizio di pedibus  ha risposto a un bisogno reale: 7 scuole coinvolte, 15 percorsi avviati, 188 bambini iscritti, 89 accompagnatori coinvolti (di cui 8 retribuiti).
D'altra parte, il pedibus è un servizio di ultima generazione, poco conosciuto, che difficilmente viene introdotto su richiesta dei cittadini: è il successo delle esperienze realizzate in altri contesti la base per inserirlo nelle politiche pubbliche per la mobilità e i tempi urbani; ed è una scelta strettamente politica, di solito, quella di proporlo ai genitori, cercando di far emergere un bisogno che c'è, ma che difficilmente si manifesta in modo autonomo (il servizio di solito viene apprezzato soprattutto dopo averlo sperimentato).
Personalmente, soltanto per il fatto di aver utilizzato il pedibus per qualche mese lo scorso anno scolastico ho potuto accorgermi, nelle prime settimane di quest'anno, quanto il servizio mi mancasse. Lo stesso è successo ad altri genitori: sulla base dell'esperienza positiva trascorsa, quindi, ci siamo attivati per (ri)aggregare il gruppo degli accompagnatori e per candidarci a (ri)avviare il servizio sotto il coordinamento del Comune.

# Quarto ingrediente: ancorare il progetto a politiche pubbliche. E' importante che le iniziative sperimentali si innestino nelle politiche pubbliche, che gli enti locali siano partner dei progetti e che lo siano con un elevato grado di consapevolezza, di ingaggio, di compartecipazione. (Precisazione: non intendo dire che la continuità dei progetti deve essere garantita da risorse finanziarie pubbliche; più semplicemente ritengo che abbiano maggiori probabilità di continuità le iniziative coerentemente collegate alle politiche pubbliche locali del settore di riferimento).
L'esperienza del pedibus a Pavia è esemplare, sotto questo profilo: la sperimentazione del servizio è stata integrata da subito nelle politiche cittadine (Piano Tempi e Orari della Città) e il servizio è stato promosso, sostenuto e coordinato dall'amministrazione comunale. Anche quest'anno, oltre il periodo di sperimentazione finanziata, il Comune, con risorse e personale proprio, sta garantendo il coordinamento, la comunicazione e la copertura assicurativa.
Il progetto è stata anche un'interessante sperimentazione di dialogo tra settori dell'amministrazione comunale: la messa in sicurezza di alcuni percorsi, per esempio, ha richiesto di tracciare nuove strisce pedonali, chiamando in causa competenze in capo al Settore Ambiente e Territorio - Servizio Mobilità. Il pedibus, in questo senso, può essere utilizzato (è stato utilizzato) come antenna per la segnalazione di piccoli problemi legati al traffico (parcheggi in sosta vietata che impediscono il passaggio di pedoni) o alla manutenzione degli spazi urbani (marciapiedi sconnessi, spazi interstiziali sporchi) e - addirittura - potrebbe essere visto come laboratorio di idee e di proposte sull'uso alternativo di luoghi pubblici (camminare per i quartiere è sempre una buona occasione per apprezzare un giardino e immaginare che possa essere luogo di giochi e feste, per esempio).

# Quinto ingrediente: puntare sulla costruzione di gruppi di auto-aiuto e mutuo-aiuto. La partecipazione al progetto di gruppi formali e informali di cittadini, organizzati su base volontaria e in una logica di convenienze reciproche, è spesso decisiva per garantire continuità ai progetti. Occorre dunque investire sul coinvolgimento dei gruppi informali e dell'associazionismo meno professionalizzato.
Il pedibus, per definizione, si basa sulla costruzione di gruppi di auto-aiuto e mutuo-aiuto e si sviluppa grazie e un mix molto interessante di convenienze reciproche, buoni rapporti di vicinato, esigenze di socialità di bambini e genitori.
Il pedibus, a Pavia, è stato molto sostenuto da genitori@scuola, una associazione tra genitori che ha sostenuto in alcune scuole la costituzione dei primi gruppi di genitori-volontari, ha favorito processi di emulazione positiva, ha incoraggiato la formazione di altri gruppi fornendo consigli utili e oggi, come già detto, gestisce il blog del pedibus di Pavia. Un ruolo analogo è stato svolto da un comitato genitori attivo in uno dei circoli didattici coinvolti.

# Sesto ingrediente: comunicare quello che si fa in modo aperto e trasparente. Una comunicazione puntuale, capillare, capace di raggiungere pubblici diversi con diversi strumenti  è doverosa e necessaria per costruire condizioni minime di continuità. La comunicazione non è altra cosa dal progetto, ma parte integrante del progetto. Comunicar e organizzar: la comunicazione come metodo di lavoro. La comunicazione non (solo) come vetrina ma come strumento di pianificazione, di verifica del rispetto dei tempi, di monitoraggio, di rendicontazione (render conto agli altri di quello si fa), di trasparente messa in mostra del proprio lavoro.
Sono stati prodotti e trasmessi i volantini informativi, naturalmente. Ma non solo. Mi sono sembrate di grande interesse alcune iniziative che hanno miscelato comunicazione, partecipazione, rendiconto pubblico dei risultati ottenuti: per esempio lo Strapedibus, una giornata a passeggio in giro per la città con tutti i partecipanti ai pedibus cittadini; i loghi dei diversi percorsi disegnati dai bambini, che sono diventati un calendario; la festa di fine anno nel parco del Castello Visconteo, con gli iscritti al pedibus "prelevati" a scuola dal trenino turistico.

# Settimo ingrediente: non cominciare sempre da zero e creare sinergie
. Il fatto che si stia lavorando allo sviluppo di progetti innovativi e sperimentali non è una buona ragione per cominciare sempre da zero, ignorando quanto è già stato fatto o si sta facendo, in un determinato contesto, sul tema oggetto di intervento o su temi complementari. Può essere innovativo e sperimentale anche il tentativo di valorizzare in modo intelligente l'esistente, o quello di connettere e sviluppare piccole iniziative già in atto per consolidarle.
Il progetto di avvio del pedibus ha declinato una coerente strategia di sviluppo che ha portato una prima sperimentazione in una scuola del centro a diventare, in tre anni, un servizio organico offerto ai genitori di sette scuole primarie cittadine. L'iniziativa si è rafforzata, come già detto, attivando sinergie con genitori@scuola, un'associazione di genitori attiva in città oltre che con il comitato genitori attivo in uno dei circoli didattici coinvolti.
Credo inoltre che il servizio di pedibus potrebbe, in futuro, giovarsi di altre alleanze finalizzate ad accrescere e strutturare il numero dei volontari non-genitori coinvolti nell'iniziativa (come è stato fatto qui e qui, per esempio).

sabato 3 novembre 2012

ArtealCentro: come l’arte può trasformare le città

E’ in corso dal 5 ottobre scorso ArtealCentro di una trasformazione sociale responsabile 2012, quindicesima edizione della rassegna organizzata annualmente da Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, per promuovere cambiamenti sostenibili nella società, attraverso idee e progetti creativi. Fino al 5 dicembre 2012, a Biella negli spazi dell’ex Lanificio Trombetta e a Graz presso il museo d’arte Kunsthaus Graz, ArtealCentro presenta quest’anno una serie di mostre per approfondire il tema del rapporto tra arte e trasformazione urbana.
(Continua su www.csrcultura.it)

Vedi anche:
Riqualificare il cortile di una scuola: un'esperienza a Roma
I ragazzi, le ragazze e un gazebo per tutti
Microgiardini


domenica 28 ottobre 2012

Riqualificare il cortile di una scuola: un'esperienza a Roma

A Sesto san Giovanni (ne ho scritto qui) un gruppo di giovani ha completato in questi giorni la costruzione di un gazebo nel parco di via Milano, nell'ambito di un percorso di progettazione partecipata dell'iniziativa Legami Comunitari.
Nello stesso tempo, a Roma, è stato avviato un percorso analogo, con protagonisti gli alunni della scuola media Catullo di Centocelle.
I promotori del progetto raccontano così la prima giornata di lavoro.
Ventiquattro bambini sono disposti in cerchio. Si devono sistemare in ordine, prima dal più alto al più basso. Poi secondo il colore degli occhi: da chi li ha più chiari a chi li ha più scuri. Poi camminano lentamente, senza toccarsi, fino a occupare tutto lo spazio dell’aula. È così che è iniziato ieri, 25 ottobre, il Laboratorio di Progettazione Partecipata "La Linea Verde" organizzato da Cittadinanza Solidale (il progetto di P.M. 1 Cooperativa Sociale Onlus con il patrocinio del Municipio Roma VII) con gli alunni della scuola media Catullo di Centocelle. Devono imparare a conoscersi, questi ragazzi di tredici anni. A conoscere se stessi, i propri compagni. E soprattutto lo spazio circostante. Perché l’obiettivo del laboratorio è proprio quello di riqualificare uno spazio: il cortile della vicina scuola San Benedetto. I ragazzi della Catullo sceglieranno una parte del cortile e lo trasformeranno secondo i loro bisogni, come piacerebbe a loro.
(Continua a leggere sul sito di Cittadinanza Solidale).

Vedi anche:
I ragazzi, le ragazze e un gazebo per tutti
Microgiardini

giovedì 25 ottobre 2012

I ragazzi, le ragazze e un gazebo per tutti

Breve storia della costruzione partecipata del gazebo di via Milano, a Sesto San Giovanni.

Autunno 2011. Un gruppo di ragazzi e di ragazze frequenta il parchetto di via Milano: è il luogo di ritrovo della compagnia, il posto dove vai e sei sempre certo di trovare un amico.

Inverno 2011. La compagnia ha un problema: quando piove non c'è un posto dove ripararsi. I giovani ne parlano con gli animatori di Legami Comunitari (il progetto di coesione sociale attivo in quartiere - ne ho scritto qui e qui) e su questo tema nasce un laboratorio di idee.

Primavera 2012. Un'idea prende forma: ci vuole un gazebo, in quel parco! Un luogo protetto, dove poter chiacchierare e giocare a carte anche in caso di maltempo. Si avvia un percorso di progettazione partecipata, che coinvolge la compagnia dei giovani, i professionisti di Legami Comunitari e il Comune di Sesto San Giovanni.

Estate e autunno 2012. Il progetto si perfeziona e si realizza nell'ambito di un'attività di autocostruzione: i giovani, aiutati da adulti esperti, allestiscono un gazebo in travi di abete e pallets.

29 ottobre 2012. Il gazebo verrà inaugurato. Grazie a una comoda rampa di accesso, tutti vi potranno accedere: anche con passeggini e sedie a ruote!

Vedi anche:

lunedì 8 ottobre 2012

Lomellina Cascine

E' online Lomellina Cascine, il sito che rende pubblici i risultati di un lavoro di ricerca ideato e realizzato, nel 2010-2011, da Curmà (Giulia Bertone, Irene Sorrentino e il sottoscritto), con la preziosa collaborazione di Angela Colucci, Marzio Rivera, Simona Spinella e con la passione di Francesca Brignoli.
Il progetto, finanziato da Provincia di Pavia - Assessorato ai Beni e alle Attività Culturali, Ecomuseo del paesaggio lomellino e GAL Lomellina per complessivi diecimila euro ivati, è indirizzato a valorizzare, attraverso il web, il patrimonio materiale e immateriale delle cascine lomelline.
Sul sito, che Giulia Bertone ha presentato venerdì 5 ottobre al Civico 17, in una serata organizzata dal Comune e dalla Biblioteca di Mortara, sono catalogate e georeferenziate oltre cinquecento cascine.
Il processo e la metodologia utilizzati miscelano diversi ingredienti, riconducibili a queste parole chiave:
open data: abbiamo costruito il date base delle cascine a partire dalla banca dati della Regione Lombardia, integrato con elementi raccolti altrove (pubblicazioni turistiche e di storia locale); abbiamo pertanto reso accessibili e facilmente fruibili dati già esistenti, ma non uniformi e sostanzialmente non disponibili;
* open source: abbiamo utilizzato soluzioni informatiche open source, per garantire la massima versatilità oltre che per contenere i costi; 
* pubblicazione sul web: abbiamo scelto di pubblicare il catalogo delle cascine online, su un sito internet dedicato e aperto (e oggi online sul web del Comune di Mortara); con due risultati: accesso semplice per tutti, anche per il pubblico dei non addetti ai lavori; possibilità di integrare il lavoro di ricerca in qualsiasi momento (sia aggiungendo eventuali cascine sfuggite al nostro censimento, sia integrando le informazioni relative alle cascine già censite);
* georeferenziazione: sul sito, abbiamo collocato su una "google map" tutte le cascine catalogate; segnaposti di colori diversi indicano la presenza di cascine più o meno significative; ogni segnaposto è "attivo" e permette di accedere alla scheda della relativa cascina;
* flessibilità: il data base delle cascine è trasferibile su altri siti (e altre mappe georeferenziate); per esempio su un portale turistico, dove i segnaposti delle cascine potrebbero essere affiancati a quelli di altre emergenze culturali e/o a quelli di servizi di accoglienza;
* ricerca sul campo:  di una trentina di cascine abbiamo svolto un "rilievo" sul campo; è stato quindi possibile verificare e completare le informazioni delle relative schede; è naturalmente auspicabile dare continuità a questo lavoro di esplorazione sul terreno;
* eredità immateriali: il nostro lavoro si pone l'obiettivo di (creare le condizioni di base per) valorizzare le eredità immateriali che ruotano intorno al patrimonio delle cascine; a questo proposito abbiamo realizzato una serie di video interviste a testimoni privilegiati, avendo come riferimento il Registro delle Eredità Immateriali Lombarde (con un sguardo anche al futuro: alcuni video sono il racconto in presa diretta di come una cascina storica è stata recuperata e valorizzata in una logica d'impresa);
* partecipazione: le esplorazioni sul campo, finalizzate alla realizzazione delle video interviste e al completamento delle schede, sono state solo un assaggio di un metodo di lavoro che prevede il coinvolgimento delle comunità locali nella valorizzazione partecipata del territorio - metodo che abbiamo sperimentato in un'altra zona della provincia di Pavia (Luoghi (comuni) d'Oltrepò) e su cui Giulia Bertone ha scritto in Connecting places - metodo che sarebbe interessante utilizzare per un più ampio lavoro sulle eredità immateriali delle cascine, anche attraverso l'utilizzo di una piattaforma informatica arricchita di strumenti social e web 2.0;
* cultura e sviluppo: puntare sulla cultura per favorire lo sviluppo; il tema è di grande attualità, come sanno gli addetti ai lavori e non solo, e questa nostra ricerca intende rappresentare anche un contributo in tal senso: il data base delle cascine, la loro rappresentazione sulla mappa online, i video (opportunamente integrati), l'uso del web in chiave partecipativa, il metodo di lavoro basato sull'attivazione di cittadini e addetti ai lavori (qui utilizzato in modo esemplificativo) possono essere recuperati, valorizzati, integrati in progetti più ambiziosi, finalizzati alla promozione culturale e turistica della Lomellina e al suo sviluppo economico e sociale.

Vedi anche:
La continuità dei progetti finanziati
Connecting places
Cascine Lomellina

lunedì 1 ottobre 2012

La continuità dei progetti finanziati

Tanto più in periodo di risorse (sempre più) scarse, diventa attuale il tema su come dare continuità ai progetti finanziati da risorse speciali, oltre il periodo di finanziamento. Faccio riferimento a iniziative in ambito sociale, ricreativo, culturale, ambientale.

Fino a qualche anno fa il problema (irresponsabilmente) era meno sentito. La continuità di un progetto innovativo o di un servizio sperimentale, avviati grazie a un bando per progetti innovativi o servizi sperimentali, trovava spesso risorse per la continuità a valere su un ulteriore bando, anch'esso orientato a favorire innovazione o sperimentazione: bastava cambiare nome al progetto o al servizio, dargli un taglio "nuovo" (innovativo o sperimentale) e il gioco era fatto. In alcuni casi - accadeva anche questo -  si abbandonava il progetto (il servizio) e se ne inventava un altro (naturalmente innovativo o sperimentale) più adeguato a rispondere ai criteri del nuovo bando.

Tornando a oggi, quali ingredienti possono contribuire a dare continuità a una iniziativa finanziata? Come possiamo favorire il fatto che, terminate le risorse straordinarie messe a disposizione da un bando, progetti e servizi continuino a vivere?

A partire da esperienze professionali e non, da casi di successo e di insuccesso, ecco il mio personalissimo elenco di:

Ingredienti per favorire la continuità dei progetti finanziati.

a) Gli ingredienti di base
* Primo ingrediente: il tempo. Il periodo "coperto da finanziamento" non deve essere troppo breve. Se vogliamo creare le condizioni per l'autonomia di un progetto, dobbiamo prevedere un tempo adeguato per l'avvio, lo sviluppo, la manutenzione. Non si costruiscono iniziative capaci di autosostenersi senza garantire periodi di start-up e di accompagnamento di almeno tre anni (due, solo nel caso di progetti più semplici).
* Secondo ingrediente: le risorse di processo. Il periodo "coperto da finanziamento" deve prevedere attività finalizzate alla costruzione delle condizioni minime per la continuità del progetto. Risorse diverse da quelle propriamente indirizzate all'oggetto del progetto: potremmo definirle risorse di processo. Non si costruisce continuità senza l'impegno di persone che lavorino per la creazione di requisiti di continuità.
Gli ingredienti tempo e risorse, naturalmente, dipendono molto dai vincoli imposti dal bando e dalle scelte dei finanziatori: non è sempre una scelta facile quella di puntare su pochi progetti "importanti", rinunciando a finanziare "a pioggia" piccole ed estemporanee ma numerose iniziative.
In ogni caso, i primi due ingredienti - il tempo e le risorse di processo - costituiscono l'"impasto base" a cui aggiungere:

b) Gli altri ingredienti
Terzo ingrediente: rispondere a bisogni reali dei potenziali beneficiari. Il progetto deve rispondere a bisogni conclamati, espressi dalla comunità locale. L'ideazione di una iniziativa non può esaurirsi in un lavoro di progettazione a tavolino, ma deve prevedere un approccio partecipativo, ovvero il coinvolgimento attivo dei beneficiari potenziali. Non penso debbano essere i beneficiare a decidere da soli di cosa hanno bisogno; ma penso non debbano deciderlo da soli neppure i progettisti. Non si creano condizioni per la continuità con iniziative costruite in laboratorio e calate dall'alto.
* Quarto ingrediente: ancorare il progetto a politiche pubbliche. E' importante che le iniziative sperimentali si innestino nelle politiche pubbliche, che gli enti locali siano partner dei progetti e che lo siano con un elevato grado di consapevolezza, di ingaggio, di compartecipazione. (Precisazione: non intendo dire che la continuità dei progetti deve essere garantita da risorse finanziarie pubbliche; più semplicemente ritengo che abbiano maggiori probabilità di continuità le iniziative coerentemente collegate alle politiche pubbliche locali del settore di riferimento).
* Quinto ingrediente: puntare sulla costruzione di gruppi di auto-aiuto e mutuo-aiuto. La partecipazione al progetto di gruppi formali e informali di cittadini, organizzati su base volontaria e in una logica di convenienze reciproche, è spesso decisiva per garantire continuità ai progetti. Occorre dunque investire sul coinvolgimento dei gruppi informali e dell'associazionismo meno professionalizzato.
* Sesto ingrediente: comunicare quello che si fa in modo aperto e trasparente. Una comunicazione puntuale, capillare, capace di raggiungere pubblici diversi con diversi strumenti  è doverosa e necessaria per costruire condizioni minime di continuità. La comunicazione non è altra cosa dal progetto, ma parte integrante del progetto. Comunicar e organizzar: la comunicazione come metodo di lavoro. La comunicazione non (solo) come vetrina ma come strumento di pianificazione, di verifica del rispetto dei tempi, di monitoraggio, di rendicontazione (render conto agli altri di quello si fa), di trasparente messa in mostra del proprio lavoro.
* Settimo ingrediente: non cominciare sempre da zero e creare sinergie. Il fatto che si stia lavorando allo sviluppo di progetti innovativi e sperimentali non è una buona ragione per cominciare sempre da zero, ignorando quanto è già stato fatto o si sta facendo, in un determinato contesto, sul tema oggetto di intervento o su temi complementari. Può essere innovativo e sperimentale anche il tentativo di valorizzare in modo intelligente l'esistente, o quello di connettere e sviluppare piccole iniziative già in atto per consolidarle.

mercoledì 19 settembre 2012

Creare Valori

A Pavia, nell'ambito del progetto Creare Valori, è stato inaugurato sabato scorso Spazio Q, luogo per le attività sociali e ricreative dei cittadini dei quartieri Crosione e Vallone.
Localizzato in un ampio locale polifunzionale messo a disposizione dal Comune di Pavia, nello stabile di piazzale Torino che ospita anche gli uffici comunali decentrati, Spazio Q è un "luogo per incontrarsi, per conoscersi, per discutere, per progettare iniziative per il quartiere".
Grazie a un finanziamento di Fondazione Cariplo (bando "Costruire legami nelle comunità locali" - edizione 2011), nel corso dei prossimi tre anni Creare Valori realizzerà, a Spazio Q e in altri luoghi dei quartieri Crosione e Vallone, attività di animazione e socializzazione, laboratori, iniziative, corsi.
L'ambizione dei partner del progetto, diretto da Elena Borrone di Auser Comprensoriale Pavia, è quello di fare di Spazio Q un moltiplicatore di idee, risorse, energie, iniziative di auto e mutuo aiuto: con un orizzonte che va già oltre il progetto triennale finanziato da Cariplo e che mira alla continuità.
Seguirò questa esperienza da vicino, nella duplice veste di cittadino residente al Vallone e di responsabile della rendicontazione del progetto.
Per ulteriori informazioni:
Spazio Q
Piazzale Torino 40 - Pavia
0382 1750521

mercoledì 29 agosto 2012

Azione Locale Partecipata e Sviluppo Urbano Sostenibile

Sono aperti fino al 3 settembre 2012 i termini per inviare domanda di iscrizione al corso di perfezionamento post lauream "Azione Locale Partecipata e Sviluppo Urbano Sostenibile", giunto alla dodicesima edizione.
L'iniziativa formativa è organizzata dall'Università IUAV di Venezia - Facoltà di Pianificazione del Territorio, in collaborazione con il DiAP del Politecnico di Milano e con il patrocinio del coordinamento delle Agende 21 Locali italiane.
Ho frequentato l'edizione 2009-2010 del corso e ho trovato l'esperienza interessante, utile e divertente.
Si legge sulla pagina web di presentazione:
Il corso è rivolto a professionisti, funzionari e dirigenti, neo-laureati e ricercatori, che desiderano arricchire le proprie conoscenze sui metodi e le tecniche per l’ascolto e il coinvolgimento dei cittadini, per la costruzione di strategie e scelte condivise, e per la realizzazione di progetti partecipati.
(Continua a leggere su www.azionelocale.net/corso)

domenica 1 luglio 2012

Un "parco dei libri" anche a Mortara

Del Civico.17, la nuova biblioteca di Mortara, avevo già scritto qui. Ieri Civico 17 è stato citato da Antonella Agnoli nell'interessante articolo "Il parco dei libri", pubblicato da Repubblica nella sezione cultura.
Scrive Agnoli:
Qualsiasi dibattito sulla rinascita culturale dell'Italia, e in particolare del Sud, deve partire dalle biblioteche e dalla lettura, quei servizi indispensabili quanto gli asili nido e i pompieri che nel Sud sono assenti, o presenti solo di nome, in molte regioni. Ma occorre riflettere anche attorno alla scuola perché ormai sappiamo che milioni di italiani sanno riconoscere i caratteri a stampa ma di fatto non riescono a seguire un discorso sulla pagina scritta. Il dibattito di questi mesi su vari giornali e in vari festival ha fornito una quantità di dati in materia. La scuola dovrebbe portare alla maturità quasi tutti i ragazzi e permettere a una quota rilevante di loro di accedere all'università. Cosa accade, invece? Nella classe d' età fra 20 e 24 anni solo il 6 per cento dei giovani è laureato, il 64 è diplomato. Il che significa che il 30 per cento, quasi un giovane italiano su tre, non arriva nemmeno alla maturità, con percentuali molto più alte al Sud. Nessuno ha ancora avanzato proposte concrete per riparare al disastro della scuola italiana, un comparto che nei fatti il governo Monti non sembra intenzionato a trattare diversamente da com'era stato trattato dal governo Berlusconi. Che ruolo possono avere le biblioteche in tutto questo? Le biblioteche possono essere un' ancora di salvezza, non perché abbiano virtù taumaturgiche ma perché esse sono uno spazio comune, dove anche chi è stato emarginato dalla scuola può scoprire un libro, un giornale, un sito web che ridia speranza o almeno susciti interesse. Le biblioteche sono luoghi di scoperta, di possibilità, a condizione che siano ben concepite e ben gestite, in modo innovativo. Anche in Italia ce ne sono, quasi sempre nel centro nord: grandi biblioteche come Sala Borsa a Bologna o la San Giorgio a Pistoia, o la Delfini a Modena, biblioteche di quartiere a Torino, Milano, Roma, biblioteche di piccoli comuni come Maiolati Spontini (AN), la Memo a Fano, le nuovissime di Meda e Mortara in Lombardia, Pieris in Friuli o il centro culturale di Cinisello Balsamo, di imminente apertura.
(Continua a leggere su repubblica.it).

Vedi anche:
Civico.17
Pomeriggio di progettazione al Civico.17

giovedì 28 giugno 2012

Microgiardini

Il Comune di Sesto San Giovanni e il consorzio di imprese sociali CSeL hanno dato alle stampe in questi giorni un bel quaderno a colori che restituisce i risultati del progetto Microgiardini, realizzato nel 2010-2012 grazie al supporto e al cofinanziamento di Fondazione Banca del Monte di Lombardia.
Microgiardini è (stato) un percorso di riqualificazione di piccole aree verdi urbane, a Sesto San Giovanni, secondo le linee guida del gruppo di lavoro Green Design: low cost di impianto e gestione, sostenibilità ambientale delle soluzioni tecnologiche adottate, valorizzazione del genius loci.
Il progetto si è declinato in:
a. un'indagine su nove piccoli giardini urbani e un dossier che ha sistematizzato e reso fruibili le informazioni raccolte (a cura di un gruppo di lavoro interdisciplinare, di cui ho fatto parte)
b. un concorso che ha selezionato otto gruppi di giovani professionisti (un architetto, un designer e un agronomo per ciascun gruppo)
c. ventiquattro progetti di riqualificazione ideati dagli otto gruppi di professionisti, con elaborazione finale di una graduatoria di merito
d. tre microgiardini effettivamente riqualificati e uno in corso di riqualificazione, scelti sulla base della graduatoria
e. cinque microgiardini in attesa di realizzazione (e alla ricerca di sponsor!).

Scarica il quaderno Microgiardini.

martedì 26 giugno 2012

Stefano, Giovanna, Andrea e Mirella

La redazione della Newsletter di Campi di Coesione mi ha chiesto un pezzo su Voci della Crocetta, la trasmissione che conduco su CrossRadio, la radio-web del quartiere Crocetta, a Cinisello Balsamo.
Questo il testo che ho proposto.

Voci della Crocetta
I cittadini raccontano il quartiere attraverso le loro esperienze.

Stefano è il fruttivendolo sociale del quartiere Crocetta. Ogni giorno parcheggia il suo camion in viale Romagna, davanti al sottopasso di viale Fulvio Testi: vende frutta e verdura agli abitanti del rione, evitando soprattutto agli anziani di allontanarsi troppo da casa; saluta tutti, fa due chiacchiere con chi ha tempo di fermarsi, aiuta le mamme con il passeggino a scendere nel sottopasso. Stefano è egiziano e vive in Crocetta da vent'anni.
Giovanna ha diretto per lungo tempo in quartiere l'Istituto Comprensivo Paganelli. Ha idee molto chiare sulla scuola e sulla funzione che essa può e deve svolgere come agente di sviluppo sociale e culturale. Oggi, in Crocetta, coordina “Punto accessibile”, una rete di scuole e organizzazioni che lavora a progetti di educazione giovanile.
Andrea e Mirella sono i pasticceri del quartiere. Andrea fa questo lavoro da una vita e quando ha deciso di mettersi in proprio ha scelto di aprire in Crocetta. Qui, a un corso di ballo, ha conosciuto Mirella, che ha poi sposato. Era il 1996: dal quartiere non si sono più spostati. Oggi hanno un bel locale su via XX Settembre: pasticceria, panetteria, caffetteria per una clientela assai variegata.
Stefano, Giovanna, Andrea e Mirella sono stati, in questi mesi, tra i protagonisti di Voci della Crocetta, la trasmissione di CrossRadio che conduco su incarico di Associazione Lavoro e Integrazione. L'esperienza, oltre a testimoniare la ricchezza del tessuto sociale e culturale del quartiere, ha confermato quanto sia importante offrire occasioni di protagonismo ai cittadini: il racconto pubblico di sé e del proprio lavoro, infatti, rappresenta per le persone più attive una importante occasione per dare valore e riconoscimento al proprio impegno e può contribuire a generare processi emulativi virtuosi in tutta la comunità.
Vedi anche:
Voci della Crocetta
Un punto di vista sulla scuola, ora che chiudono le scuole

sabato 16 giugno 2012

La Rivoluzione Chiusanese.

Alcuni giovani di Chiusani di Rocca Susella avevano partecipato attivamente, nel biennio 2010-2011, al progetto Luoghi (comuni) d'Oltrepò, un'iniziativa finanziata da Anci e Dipartimento della Gioventù.
Nell'ambito del progetto (ne avevo già scritto qui), avevamo realizzato una "mappa digitale di comunità", attivando diversi gruppi di giovani che hanno esplorato le strade, le piazze, le frazioni di cinque piccoli comuni dell'Oltrepò pavese (tra questi Rocca Susella e la sua frazione di Chiusani), narrando, fotografando e filmando persone, storie, luoghi, prodotti, cibi.
A progetto concluso, il gruppo di Chiusani non ha smesso di lavorare: ora si sono messi in testa di fare la "Rivoluzione Chiusanese"; il 14 luglio prossimo, naturalmente.
Raccontano tutto qui. Citano anche Luoghi (comuni) d'Oltrepò. Noi ne siamo felici.

Vedi anche:
Connecting places
Storie di fiume

venerdì 1 giugno 2012

Un punto di vista sulla scuola, ora che chiudono le scuole

Qualche tempo fa, per Voci della Crocetta, trasmissione di Crossradio di cui ho già scritto qui, ho intervistato Giovanna Granito, ex dirigente dell'Istituto Comprensivo Paganelli di Cinisello Balsamo.
Ne è uscita una riflessione sulla scuola e sulle sue grandi potenzialità. Non solo a Cinisello Balsamo. Un punto di vista sulla scuola, a una settimana dalla chiusura delle scuole.


Altre interviste per Crossradio:
Stefano, verduraio sociale
Gaetano e Silvano, del comitato Crocetta
Andrea e Mirella, pasticceri in Crocetta
Mario, l'adozione di una piazza
Cesira, Malith e Mareena, volontari Anffas

Vedi anche:
Voci della Crocetta

sabato 26 maggio 2012

Storie di fiume

Domenica 27 maggio, a Torino, nell'ambito di Le città visibili - Torino Smart City, Scuola del Viaggio presenta "Storie di fiume", la mappa digitale di comunità del Po torinese.
Scuola del Viaggio ha lavorato al progetto insieme a Curmà, Epoché e Dedalo, il gruppo di società che si era già cimentato in Luoghi (comuni) d'Oltrepò (ne avevo scritto qui).
Questo il promo della mappa.


Vedi anche:
Connecting places
La piccola Biblioteca Comunitaria dell'Imbarchino

sabato 12 maggio 2012

Legami Comunitari a Dal dire al fare 2012

Legami Comunitari partecipa all'edizione 2012 del Salone della Responsabilità Sociale di impresa Dal dire al fare (Milano, 30-31 maggio, Università Bocconi), animando l'evento Ecoprogettazione e partecipazione per gli spazi pubblici.
La messa a punto della scheda di Legami Comunitari per il catalogo del Salone ha rappresentato una buona occasione per sintetizzare gli obiettivi, i contenuti e il metodo di intervento di un progetto di coesione sociale in un quartiere periferico di Sesto San Giovanni.
Ecco il testo per il catalogo.

Profilo
Legami Comunitari è un progetto finalizzato a promuovere coesione sociale nella Circoscrizione 5 di Sesto San Giovanni, e in particolare nell’area del Contratto di Quartiere “Parco delle Torri – via Marx”.
Attivo da aprile 2010 a primavera 2013, Legami Comunitari opera per rafforzare relazioni e promuovere legami identitari in quartiere, per incoraggiare connessioni con l'esterno, per favorire mutualità e responsabilità sociale, per sperimentare nuovi modelli di intervento in risposta ai bisogni della comunità.
Tutte le azioni del progetto nascono e si sviluppano grazie alla partecipazione e alla collaborazione di cittadini, imprese, associazioni e altre organizzazioni pubbliche e private.
Il progetto, realizzato da Associazione Lavoro e Integrazione (capofila), con il Comune di Sesto San Giovanni, le cooperative sociali La Grande Casa, Lotta Contro l’Emarginazione, Piccoli Passi, Famiglie e dintorni e l'Associazione Connecting Cultures, è cofinanziato da Fondazione Cariplo.

La nostra idea di sostenibilità
Rafforzare le relazioni per accrescere la coesione sociale. È questa, in estrema sintesi, la mission del nostro progetto.
Le relazioni tra i cittadini che vivono in un quartiere, innanzi tutto; ma anche le relazioni tra le persone e le piazze, i giardini, i mercati e tutti gli spazi di vita quotidiana; e poi, ancora, le relazioni tra le diverse espressioni della comunità locale: le associazioni, i gruppi informali, gli esercizi commerciali, la parrocchia, la scuola, la biblioteca, i diversi servizi.
Siamo convinti che anche le comunità e i quartieri più fragili possano migliorare molto, se cittadini, gruppi organizzati e servizi pubblici diventano protagonisti di piccoli (o grandi) progetti di cambiamento e di miglioramento e se mettono in comune le loro risorse materiali e immateriali, formali e informali per realizzare “imprese collettive”.
Il modello di intervento sperimentato a Sesto San Giovanni è esportabile: sia per realizzare interventi di ampio respiro sia per svolgere progetti puntuali.

Il nostro impegno in tema di innovazione
Lavoriamo per rafforzare relazioni tra le persone, relazioni tra i cittadini e gli spazi di vita e relazioni tra le diverse realtà della comunità locale.
Per raggiungere questi obiettivi realizziamo attività molto concrete: stiamo creando un museo all’aperto, gestendo laboratori giovanili, avviando un orto condiviso, accompagnando la nascita di gruppi di anziani e famiglie, organizzando un pranzo comunitario, realizzando colloqui di sostegno con i ragazzi delle scuole, animando un mercato rurale, decorando panchine letterarie, organizzando feste e merende, pubblicando un giornale murale e molto altro ancora!
Queste attività sono sempre realizzate con il coinvolgimento attivo dei cittadini.

Vedi anche:
Il giornale murale di Legami Comunitari
Il bando "Costruire legami nelle comunità locali" 2012 di Fondazione Cariplo

domenica 29 aprile 2012

Martesana news

Esce in questi giorni Martesana news, un giornale di quattro pagine, formato tabloid, per restituire in modo originale a decisori politici, tecnici e operatori i risultati di Reddito di Promozione Sociale (RPS), il progetto di inclusione sociale e lavorativa rivolto a persone "deboli", che il consorzio CSeL gestisce dal 2004 in nove Comuni della Martesana.
CSeL mi aveva chiesto di curare l'ideazione e il copy di un prodotto non tradizionale per comunicare i risultati di RPS nei  comuni coinvolti e per promuovere questo innovativo modello di intervento in altri territori.
Da questa esigenza è nato Martesana news: un piccolo giornale con titoli, occhielli, foto, articoli, interviste, disegni e qualche altra cosa.
La grafica è di Magutdesign.
Scarica Martesana news in formato PDF.

Aggiornamento: qui si parla di RPS e di Martesana news.

Vedi anche: Un'intervista.

sabato 28 aprile 2012

Connecting places

Connecting places. Il coinvolgimento delle comunità locali nella valorizzazione
partecipata del territorio: le prospettive aperte dai locative media.

E' il titolo della tesi di dottorato discussa oggi, con successo, da Giulia Bertone, amica e collega, al termine di tre anni di ricerca presso il Politecnico di Torino.
La tesi (cito da qui) "approfondisce il ruolo che i network digitali possono avere nel coinvolgimento delle comunità locali in processi di valorizzazione partecipata e "dal basso" dei territori e dei patrimoni culturali. In particolare si focalizza sulle esperienze legate ai locative media, che, dal ristretto panorama della sperimentazione artistica della fine degli anni Novanta, si stanno oggi affermando come pratiche comuni e quotidiane tra gli utenti, grazie al diffondersi di tecnologie e dispositivi location aware, mobili e "intelligenti". L'idea generale della tesi è quella di delineare i tratti fondamentali di un nuovo panorama tecnologico e mediale - definito recentemente con il termine "Net Locality" - risultante dal progressivo ibridarsi di spazi fisici e spazi digitali, di materiale e immateriale, di bit e atomi, di esperienze sociali in rete e nei luoghi, e mostrare come esso offra opportunità innovative per promuovere relazioni significanti tra luoghi, comunità, patrimoni culturali".
Tra le esperienze analizzate nel lavoro c'è quella di Luoghi (comuni) d'Oltrepò, un progetto ideato da Curmà, di cui sono socio con Giulia e Irene Sorrentino, insieme a Dedalo, Epoché e Scuola del Viaggio e realizzato in cinque piccoli comuni dell'Oltrepò pavese.
Proprio a partire dagli studi di Giulia, e grazie a un finanziamento Anci e Dipartimento della Gioventù, abbiamo realizzato una "mappa digitale di comunità", attivando un gruppo di giovani che hanno esplorato le strade, le piazze, le frazioni dei cinque comuni e che hanno narrato, fotografato e filmato persone, storie, luoghi, prodotti, cibi. La mappa, costruita in modo collaborativo da tutti i partecipanti al processo, raccoglie e geo-referenzia i testi, i video e le immagini prodotte ed è integrata con un sito dedicato al progetto, una pagina Facebook e un canale Youtube.

(Anche) qui si parla di Luoghi (comuni) d'Oltrepò:
La provincia dei ragazzi
Valle Staffora
Mia Pavia
La provincia pavese

martedì 24 aprile 2012

Il bando "Costruire legami nelle comunità locali" 2012 di Fondazione Cariplo

Dopo le prime esperienze del 2009 e del 2011, Fondazione Cariplo lancia l'edizione 2012 del bando "Costruire legami nelle comunità locali", con scadenza 17 luglio 2012.
La novità principale è che il bando, contrariamente alle due edizioni precedenti, è in un'unica fase.

Al centro del bando c'è il tema della "coesione sociale", che non può "più essere attesa quale esito naturale e spontaneo di società sempre più eterogenee e frammentate", ma che è vista come condizione necessaria per "attivare e riprodurre processi virtuosi di benessere, appartenenza, socialità, solidarietà, partecipazione, e, non ultimo, responsabilità e risoluzione dei propri bisogni, così da avviarsi verso un modello di welfare comunitario".
Questa la definizione di "coesione sociale", così come esposta nel bando:
Con il termine di coesione sociale ci si riferisce, quindi, all’abilità continuamente rigenerata da una società di prendersi cura del
benessere multidimensionale e dinamico, personale e collettivo,
presente e futuro, materiale e immateriale, dei propri membri.
La Coesione Sociale appare quindi al contempo premessa e
prodotto di legami positivi, efficaci e significativi che coinvolgono
tutti gli abitanti e si traducono in forme plurime, sia informali che
formalizzate, di mutua appartenenza e solidarietà, di cura e corresponsabilità, dentro un quadro sufficientemente stabile e condiviso di senso, riconoscimento e inclusione.
Coesione Sociale non è quindi un fine in sé, quanto un mezzo
per realizzare comunità meno vulnerabili, in quanto maggiormente in grado di rispondere alle domande dei propri membri, di prevenire e combattere forme di esclusione e di disuguaglianza.
Obiettivi del bando:
•     contribuire a un cambiamento significativo nelle percezioni e nei comportamenti degli abitanti rispetto alle dimensioni di radicamento, di corresponsabilità, di mutualità;
•     rilanciare il coinvolgimento e il protagonismo degli abitanti stessi alla vita locale;
•     proporre la sperimentazione di forme di intervento coordinato e di regia nella costruzione di risposte alle questioni poste dalla comunità locale e dai suoi membri, pur nella diversità di ruoli, competenze e capacità dei diversi attori sociali coinvolti;
•     sperimentare un migliore utilizzo delle risorse formali ed informali, materiali e immateriali del territorio (umane, economiche, spazi, servizi etc);
•     promuovere la crescita di ruolo, di competenze, di sinergie e di corresponsabilità dei soggetti del partenariato e degli altri soggetti del territorio, anche in termini di sviluppo della capacità di lettura e di rappresentazione dei problemi del contesto.
I progetti presentati devono agire su territori (chiaramente descritti come comunità locali fragili) caratterizzati dalla presenza di una o più delle seguenti condizioni di difficoltà:
- di convivenza: difficoltà di integrazione e di dialogo, presenza di forme di conflittualità non mediate, insicurezza diffusa, mancanza di occasioni e di luoghi di aggregazione e di socialità
- sociali: alta incidenza di gruppi o individui deboli o isolati, presenza di diseguaglianze interne al quartiere e tra il quartiere e la città, incremento delle fragilità personali e familiari di natura socio-economica, poca presenza e/o ridotta accessibilità a servizi
- abitative: eccessiva concentrazione di abitanti o per contro forte isolamento,
situazioni di degrado urbano
- culturali: basso livello scolastico, poche iniziative.
Inoltre, Fondazione Cariplo dichiara di voler prediligere interventi rivolti acontesti territoriali  chiaramente identificati e di piccole dimensioni (quartiere, insieme di quartieri contigui, comune, eccetera).

Linee guida
Fondazione Cariplo chiede di:
1) valorizzare l’intero iter della costruzione progettuale quale momento fondativo dell’intera proposta (ovvero: costruire la proposta progettuale dal basso, sul terreno, con un processo si azione locale partecipata; vedi l'appendice al bando: Linee Guida per l’analisi del contesto)
2) sostenere la sperimentazione di interventi costruiti attorno a poche e chiare priorità ben identificate, individuando una strategia di intervento forte, ben espressa, che unifichi le azioni proposte e sia in grado di suscitare interesse, aggregare e coinvolgere gli abitanti e le diverse componenti del territorio
3) articolare comunque gli interventi su tre direttrici di lavoro (nessuna esclusa): a) legami con lo spazio di vita, b) legami tra le persone e c) legami tra le diverse realtà della comunità locale.

Criteri di ammissibilità formale (tra gli altri):
- prevedere l’oggetto dell’intervento in un territorio non finanziato sul Bando Coesione Sociale 2009 e sul Bando Coesione Sociale 2011;
- avere durata di 36 mesi, con inizio non prima di gennaio 2013;
- formulare una richiesta di contributo alla Fondazione Cariplo non inferiore a euro 50.000 e non superiore a euro 350.000;
- formulare una richiesta di contributo non superiore al 70% dei costi di progetto;
- prevedere costi per beni immobili e altri costi ammortizzabili non eccedenti il 20% dei costi totali del progetto.

Enti non ammissibili
Gli enti pubblici non potranno partecipare ai progetti e chiedere contributi in qualità di enti capofila o partner.
Gli enti beneficiari in qualità di capofila di un contributo nell’ambito delle edizioni 2009 e 2011 del bando Coesione non potranno partecipare ai progetti e chiedere contributi in qualità di enti capofila, ma solo come partner.
Entrambe le tipologie di enti potranno far parte della rete o essere cofinanziatori.

lunedì 9 aprile 2012

Il Sistema Culturale Urbano di Pavia

Con la collega Claudia Comaschi, per conto di Associazione Pavia Città Internazionale dei Saperi, sto curando la progettazione del Sistema Urbano di Pavia (bando Cariplo "Valorizzare le attività culturali come fattore di sviluppo delle aree urbane").
Questo è il post di benvenuto del blog di progettazione partecipata.

Ciao!

E benvenuto nel blog per la costruzione partecipata del Sistema culturale urbano di Pavia.
Come forse sai già, Associazione Pavia Città Internazionale dei Saperi ha superato la prima fase di selezione del bando di Fondazione Cariplo "Valorizzare le attività culturali come fattore di sviluppo delle aree urbane".
Del bando, dell'idea progettuale e del percorso di progettazione puoi leggere nelle pagine dedicate. Ora la nostra idea progettuale deve trasformarsi in uno studio di fattibilità operativa da presentare a Fondazione Cariplo entro il 14 settembre 2012.
Per questo abbiamo bisogno del contributo di tutta la città e dei portatori di interesse della comunità locale. Vogliamo costruire lo studio di fattibilità del "nostro" sistema con tutti gli attori che ne dovranno essere protagonisti: istituzioni, organizzazioni della cultura, commercianti, produttori, operatori dell'ospitalità, organizzazioni giovanili, associazioni del tempo libero e sociali...
Segui su questo blog il percorso di progettazione partecipata e diventa protagonista inviando i tuoi contributi!
Partecipa agli incontri e ai tavoli di lavoro!
Scrivici: sistemaculturalepavia@gmail.com
Questo l'indirizzo del blog: sistemaculturalepavia.blogspot.it

venerdì 23 marzo 2012

Voci della Crocetta

Da qualche mese conduco Voci della Crocetta, trasmissione di CrossRadio, la radio web di Cinisello Balsamo nata nell'ambito del progetto Campi di Coesione.
Questa è l'intervista a Mario Pregnolato, del comitati di cittadini Quartier Casati, pubblicata oggi sul blog di CrossRadio.



mercoledì 14 marzo 2012

Civico.17

Oggi sono stato al Civico.17, la biblioteca comunale di Mortara.
E' un luogo da visitare assolutamente, andateci!
Civico.17 è:
un sistema di autoprestito all'avanguardia in Italia, wi-fi gratuito, ipad e ibooks, area bambini, accessibilità degli spazi e molto altro ancora.
Nella foto accanto, tratta dal sito della biblioteca, il Bruco mangialibri, il primo servizio di autoprestito per bambini attivato in Italia.
Al Civico.17 ci sono due postazioni dotate di tecnologia RFID, una per bambini, appunto, e una per adulti: i clienti possono prendere e restituire in piena autonomia tutto il materiale disponibile al prestito!

giovedì 1 marzo 2012

Costruire comunità sostenibili: un bando di Fondazione Cariplo 2012

Tra i bandi di Fondazione Cariplo 2012, c'è una new entry: Costruire comunità sostenibili.
"Il bando - si legge al paragrafo "obiettivi" - intende contribuire allo sviluppo di iniziative finalizzate a una gestione del ciclo delle risorse efficiente e sostenibile nelle comunità locali, la cui efficacia possa essere sperimentata, documentata e applicata in altri contesti. In particolare, verranno sostenuti progetti che propongano soluzioni efficaci e condivise alle problematiche ambientali legate ai cicli integrati di acqua, energia, rifiuti".
Costruire comunità sostenibili, in realtà, non è un bando del tutto nuovo: è l'evoluzione di "Educare alla sostenibilità" (bandi Cariplo 2009 - 2011) e di "Promuovere l’educazione ambientale (2003 - 2008).
Cariplo è partita dunque dalla più tradizionale "educazione ambientale" (fino al 2008 il bando ha soprattutto premiato interventi educativi volti a favorire comportamenti sostenibili con particolare riferimento al mondo della scuola) per arrivare a un bando che chiama in causa la capacità delle comunità locali di mettere in pratica ("costruire") cambiamenti concreti e misurabili (sul sito della Fondazione, in uno degli esempi di "quadro logico" allegati al bando, si cita esplicitamente il modello 4R - Riduzione, Riutilizzo, Riciclo, Recupero).
Con Energetica, associazione di educazione alla sostenibilità di Santa Maria della Versa, avevamo fatta nostra questa impostazione già lo scorso anno (a valere sul vecchio bando "Educare alla sostenibilità") quando avevamo ideato e presentato a Fondazione Cariplo (con capofila il Comune di Stradella e partner Energetica) il progetto "Le 4R di Stradella: riduco, riuso, riciclo, rispetto". L'iniziativa è stata finanziata da Cariplo, sostenuta da Broni-Stradella SpA, ed è attualmente in corso: consiste in un intervento integrato con protagonista tutta la comunità locale di Stradella, declinato in cinque Azioni: le 4R del Municipio, le 4R della Cittadinanza, le 4R della Scuola le 4R dei Commercianti, le 4R delle Associazioni.

Qui il blog del progetto, curato da Irene Sorrentino.